Una battuta che dà il senso della misura delle difficoltà che il Movimento Cinque Stelle si troverà ad affrontare nella sua fase di rilancio e di rinnovo delle regole. “Non vi fate troppi film”, ha risposto il leader M5S Giuseppe Conte, arrivato all’Hotel Forum per l’incontro con Beppe Grillo, ai cronisti che lo incalzavano sul cambio delle regole.
Un incontro che, a quanto si apprende, è stato cordiale, in “un buon clima”. Che avrebbe confermato che al momento la leadership di Conte non è in discussione ma anche che le regole che si sono dati i pentastellati al momento, per Grillo, rimangono quelle.
Le richieste dei parlamentari a Conte
La riunione con i parlamentari pentastellati di Conte di qualche giorno fa aveva appunto blindato l’attuale presidente alla guida del Movimento e aveva partorito l’idea di una sorta di congresso per rivedere le regole.
Un’assemblea costituente da tenersi probabilmente in autunno per definire le “modifiche che riterremo necessarie”. In risposta a un richiesta arrivata dalla base degli eletti.
Ma il discorso è complicato. Cambiare le regole non è una cosa che si può fare facilmente dall’oggi al domani. Potrebbe richiedere una votazione statutaria che potrebbe rivelarsi più ostica di quanto non si immagini.
Eventuali modifiche, soprattutto, chiamerebbero in gioco il Garante, ovvero Grillo. Nel mirino dei parlamentari ci sono la regola d’oro del limite ai due mandati che ha lasciato in panchina persone come l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, Virginia Raggi, Paola Taverna.
E ha prodotto liste deboli, debolissime, con pochissimi nomi acchiappa-voti. A differenza del Pd o di Alleanza Verdi-Sinistra che hanno schierato un plotone di civici e di politici di tutto rispetto.
Sul banco degli imputati anche le parlamentarie che portano in lista persone che prendono appena un centinaio di click. Ma se Conte in passato non ha manifestato indisponibilità a modificare le regole in vigore, il Garante ha sempre difeso il no al terzo mandato con le unghie e con i denti.
“La regola del doppio mandato è uno dei motivi fondanti della nascita del Movimento, diventi legge di Stato”, ebbe a dire il Garante appena qualche mese fa.
L’elogio della democrazia diretta di Grillo
“Come sempre con Beppe si parla di temi. È un visionario. Incontrarlo è sempre un piacere”, ha dichiarato il tesoriere del Movimento 5 Stelle Claudio Cominardi dopo più di un’ora e mezza di incontro, sempre all’Hotel Forum, con Grillo.
A chi chiede quale sia l’opinione del fondatore sull’abolizione del tetto dei due mandati, Cominardi risponde: “lui va oltre, vola sempre alto. Abbiamo parlato di temi e di visione. Non si ferma al singolo risultato delle tornate elettorali, dove il Movimento ha sempre subito alti e bassi. Non è una novità”.
A chi chiede quali temi abbia rilanciato Grillo, Cominardi risponde: “Si è affrontato il nodo della democrazia diretta, degli strumenti partecipativi a ogni livello, di ripartire dai comuni”.
“Non si è parlato di passato, – aggiunge – ma solo di futuro. Beppe va al di là dei risultati elettorali, non giudica. Ha lo sguardo proiettato a venti o trent’anni. Nel simbolo abbiamo la scritta 2050. E mi auguro che rimanga quello”.
Un riferimento quest’ultimo non casuale al simbolo, dopo le voci che si sono rincorse su un ipotetico cambio di nome o comunque su un ‘rebranding’ del Movimento dopo la batosta elettorale.
Le parole di Cominardi sono tutte da interpretare ma potrebbero suonare come un invito di Grillo alla prudenza nel parlare di cambio delle regole. La batosta elettorale delle Europee insomma, secondo il Garante, non modifica l’attuale quadro normativo e statutario del Movimento.
Non il no al terzo mandato, non le parlamentarie. Il riferimento alla democrazia diretta, riferito da Cominardi, potrebbe essere letto in questo senso.