I tre ex agenti, due cacciati dalla Polizia e uno in pensione, che accusarono le ong Medici senza Frontiere, Jugend Rettet e Save The Children di collusioni con gli scafisti (accuse finite in un nulla di fatto nel processo di Trapani), nel 2017 erano in contatto con la Lega e con lo staff di Matteo Salvini, al quale avrebbero riferito quanto accadeva sulle navi delle associazioni umanitarie sulle quali lavoravano come security privata per conto della Imi Security Service.
I tre ex agenti infatti svolgevano attività di consulenza e di sicurezza a bordo di una nave delle Ong che si apprestava a svolgere operazioni di soccorso e di salvataggio. Ma allo stesso tempo, registravano conversazioni e scattavano foto. Per poi riferire tutto a Salvini in persona. È quanto emerso ieri nel corso del processo di Palermo che vede imputato Salvini per il sequestro dei profughi soccorsi dalla imbarcazione spagnola Open Arms nell’estate del 2019. Ai migranti, per settimane, venne negato lo sbarco a Lampedusa.
Spiavano e registravano tutto. Poi riferivano a Salvini
I pm della Procura di Palermo hanno chiesto di sentire come testi i tre ex poliziotti Floriana Balestra, Pietro Gallo e Lucio Montanino perché riferiscano del procedimento aperto a Trapani. I tre avrebbero agito da “veri e propri infiltrati”, per la Procura palermitana. “Dalla sentenza di proscioglimento del Gup di Trapani – ha spiegato la procuratrice aggiunta Marzia Sabella – si evince chiaramente che registravano quanto accadeva a bordo per riferire e che in cambio delle informazioni chiedevano posti di lavoro”.
Una verità confermata da uno dei tre, Gallo, in un’intervista dal titolo: “Io talpa pentita della Lega, non mi hanno dato lavoro, registrati i volontari di Save the children per incastrarli e inviare tutto allo staff di Salvini”. “Invece di informare degli eventuali illeciti (mai provati) chi di dovere, contattarono la Lega e direttamente Salvini a cui fornivano documenti, filmati e registrazioni per avere vantaggi. Tutti questi elementi risultano dalle intercettazioni”, ha proseguito la procuratrice.
Bloccati a bordo per la campagna elettorale
“Eh, noi abbiamo alzato ‘sto polverone, qualcosa in cambio ci deve dare, perché insomma…”, diceva la Balistri non sapendo di essere intercettata. “Cioè, tutte ‘ste informazioni, e la campagna elettorale piena, può fare un bordello che non finisce mai”, rispondeva Gallo. Il perché di tale attività da parte del leader del Carroccio lo spiega la stessa procuratrice: “Si dimostrerebbe in maniera concreta che la volontà di non fare sbarcare i migranti non nasceva da impedimenti tecnico-giuridici, ma dal perseguimento di una proficua campagna elettorale, volta ad acquisire consenso come del resto hanno ipotizzato in questo dibattimenti alcuni testi come Giuseppe Conte, Luigi Di Maio o Danilo Toninelli”.
I curricula dei tre ex poliziotti
È stata poi la stessa procuratrice a fare un rapido excursus dei curricula dei tre ex agenti: “Floriana Balestra, appartenente alla Polizia di Stato fino alla destituzione del 15 aprile 2011 a seguito degli oltre 30 procedimenti disciplinari con applicazione anche della sanzione della deplorazione e della sospensione dal servizio; Gallo appartenente alla Polizia fino alle dimissioni il 27 luglio 1995 a seguito di procedimento disciplinare e Montantino in quiescenza dal 2005”. Il tribunale ha accolto la richiesta dei legali di Salvini e ha rinviato al 12 luglio il processo. La requisitoria dovrebbe essere fissata a settembre.
Salvini: “In caso di condanna lavorerò di più”
Dal canto suo, il vice-premier ieri ha subito dichiarato: “In caso di condanna sicuramente non mi fanno passare la voglia di lavorare di più. Se qualcuno a sinistra spera che in caso di condanna ci sia una Lega condizionata o rallentata ha trovato il partito sbagliato e il Matteo sbagliato”.