I dossier sul tavolo del G7 sono tanti, come anche le diverse sensibilità dei leader che in queste ore stanno provando – non senza difficoltà – a trovare la quadra per arrivare a una risoluzione condivisa durante il meeting a Borgo Egnazia in Puglia. Certo, di tempo ce n’è ancora molto perché il summit terminerà domani, ma la prima giornata ha già chiarito che il lavoro da fare è ancora lungo.
La prima giornata ha riguardato il dossier sull’Africa e la questione migratoria, la guerra in Medio Oriente e quella in Ucraina, con annessa discussione sulle nuove contromisure nei confronti della Russia. Tematiche che continueranno ad essere affrontate anche domani, quando si discuterà nel dettaglio del contenimento della Cina di Xi Jinping, delle tensioni nel Pacifico e quando si terrà anche l’atteso focus sull’intelligenza artificiale, a cui parteciperà anche Papa Francesco.
Medio oriente
Il punto di partenza dei Sette è stata la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza e le prospettive di pace che sembrano sempre più lontane. Senza alcun colpo di scena, i leader – anche per oggettive differenze – non sono andati oltre il sostegno “dell’accordo globale delineato dal presidente Biden che porterebbe a un cessate il fuoco immediato a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi, a un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza”. Motivo per il quale hanno ribadito “il nostro appello ad Hamas affinché accetti la proposta”, “esortando i Paesi che hanno influenza su Hamas a contribuire a garantire che lo faccia”.
Dalla bozza di risoluzione del G7 emerge anche “l’impegno verso la visione della soluzione a due Stati democratici, Israele e Palestina” e “l’importanza di unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l’Autorità Palestinese (Anp)”. Per questo chiedono a Benjamin Netanyahu di cessare “le azioni che indeboliscono l’Autorità Palestinese”, di “garantire un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli attraverso tutti i valichi terrestri rilevanti, compreso il valico di Rafah” e di condannare “l’aumento della violenza estremista dei coloni commessa contro i palestinesi, che mina la sicurezza e la stabilità in Cisgiordania e minaccia le prospettive di una pace duratura”.
Testo in cui viene intimato agli Houthi di interrompere le azioni di guerra nel Mar Rosso e in cui viene espressa “forte preoccupazione” per le crescenti tensioni tra Israele e Hezbollah in Libano.
Dal G7 subito 50 miliardi di aiuti militari all’Ucraina
Più incisive, invece, le decisioni prese a supporto di Volodymyr Zelensky. Il risultato più importante, annunciato a fine giornata dalla premier Giorgia Meloni, è stato “l’accordo politico per fornire un sostegno finanziario aggiuntivo all’Ucraina di circa 50 miliardi di dollari, entro fine anno, con un sistema di prestiti”, precisando che “non si tratta di una confisca (degli asset russi, ndr) ma di profitti che maturano. Era un risultato non scontato di cui vado particolarmente fiera”.
Sostanzialmente il prestito verrà erogato dai Paesi del G7, che verseranno una quota in base alle dimensioni delle rispettive economie, e la restituzione della cifra anticipata verrà garantita dagli interessi, pari a circa 3 miliardi di euro l’anno, maturati sui beni russi sequestrati a seguito dello scoppio della guerra. Una decisione che ha fatto esultare Zelensky, che ha subito scritto che “al vertice G7 è stato espresso il chiaro sostegno all’Ucraina, al diritto internazionale e a una pace giusta”.
Il leader di Kiev ha rivelato anche di aver “avuto un incontro produttivo con Giorgia Meloni” e di aver “ringraziato l’Italia per il suo sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina” anticipando di aver “discusso dei prossimi passi della nostra cooperazione in materia di difesa, compreso il contributo dell’Italia al rafforzamento del sistema di difesa aerea dell’Ucraina e la preparazione di un nuovo pacchetto di aiuti militari”.
Il soccorso del G7 all’Africa
Nel vertice c’è stato spazio anche per l’Africa e il contrasto all’immigrazione clandestina. Sul punto, la Meloni ha spiegato che “l’Africa non chiede la carità, ma chiede la possibilità di competere in modo paritario” e per farlo “le infrastrutture sono la priorità e ci stiamo lavorando. Ci siamo resi conto che né i Governi, né il settore privato, né le istituzioni multilaterali possono agire da soli. Solo insieme possiamo farcela. Vogliamo trasformare gli impegni in concretezza”.
La premier ha anche annunciato che i Sette sono arrivati all’accordo per la “creazione, insieme alla Banca di sviluppo africana, di strumenti innovativi finanziari a disposizione di coloro che sono interessati”.
Biden affaticato
Una giornata densa di incontri e vertici al termine dei quali lo staff di Joe Biden ha comunicato il forfait del presidente americano alla cena di lavoro offerta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Castello Svevo di Brindisi, e a cui hanno partecipato i capi di Stato e di governo del G7. A costringere il leader degli USA a rinunciare all’appuntamento, come fanno sapere fonti diplomatiche, è stato l’affaticamento fisico dovuto ai numerosi impegni che ha dovuto affrontare negli ultimi giorni. “Saranno due giorni pieni zeppi di impegni.
Non ne farei un caso se il presidente salta una cena”, è quanto ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, nel tentativo di disinnescare – senza però riuscirci – le polemiche sulle precarie condizioni di salute di Biden che nel frattempo, sponda repubblicana, sono divampate in tutti gli Stati Uniti.