Maxi-rissa alla Camera, sospesi 11 deputati 15 giorni a Iezzi e 4 a Donno

Ma il leghista non si pente e insulta ancora. Donno: “Denuncerò gli aggressori”. Intanto tutta l’opposizione sarà in piazza il 18 giugno

Maxi-rissa alla Camera, sospesi 11 deputati 15 giorni a Iezzi e 4 a Donno

Se il G7 doveva essere la vetrina del nostro Paese, lo spettacolo offerto al mondo è stato il peggio del peggio del repertorio a disposizione. Naturalmente parliamo delle indegne scene – dentro e fuori dai due rami del Parlamento – che anche ieri hanno caratterizzato la giornata politica, incentrata su Autonomia e Premierato.

Donno: “Un’infame aggressione”

In realtà un grande e pessimo seguito dell’aggressione subita mercoledì alla Camera dall’onorevole M5s Leonardo Donno, da parte di numerosi esponenti della maggioranza. Non rissa, attenzione, aggressione. “Una cosa vergognosa”, racconta Donno a La Notizia, “immagini infami che stanno facendo il giro del mondo”, aggiunge la vittima, “e che fanno fare all’Italia una figura indecente a livello planetario”.

Parla a fatica, Donno, scosso per l’accaduto, ma ancora più scosso per il silenzio dei leader di maggioranza: “Non mi aspettavo delle scuse da Igor Iezzi (immortalato dalle immagini mentre cerca di picchiare ripetutamente Donno, ndr) e da chi mi ha aggredito”, dice, “ma che Matteo Salvini e Giorgia Meloni prendessero le distanze, quello sì”. Invece c’è stato il silenzio.

Anzi, ieri mattina a “L’Aria che Tira”, Iezzi, invitato dal conduttore David Parenzo a scusarsi con l’esponente M5S (entrambi erano collegati), ha rincarato la dose: “Donno ha compiuto un’aggressione nei confronti di un ministro e, se ha un minimo di onestà intellettuale, ammetterà che io non l’ho colpito. Ristabiliamo prima la verità dei fatti”. In mattinata aveva anche postato un video nel quale irrideva il collega, accusato di essere un “cascatore”, come il calciatore Pippo Inzaghi.

In arrivo le querele

Da parte sua Donno ha annunciato che denuncerà “colui che mi ha dato un cazzotto sullo sterno, un deputato di Fratelli d’Italia di cui non faccio il nome però. Lo farò ai miei legali, che si occuperanno di querelare tutti i responsabili”. I principali indiziati sono oltre al sicuro Iezzi della Lega, anche Federico Mollicone, Gimmi Cangiano e Enzo Amich di Fratelli d’Italia.

Le sanzioni di Fontana: 15 giorni a Iezzi, 4 a Donno

Ieri sera l’ufficio di presidenza, dopo aver ascoltato le testimonianze di diversi onorevoli coinvolti nell’aggressione (ne aveva convocati 12, ma alcuni si sono rifiutati di presentarsi) ha deliberato di “erogare la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di 15 giorni all’onorevole Iezzi, 7 giorni agli onorevoli Amich, Cangiano, Furgiuele, Mollicone e Stumpo, di 4 giorni all’onorevole Donno, di 3 giorni agli onorevoli Amendola e Candiani e di 2 giorni agli onorevoli Scotto e Stefanazzi”.

Il presidente Lorenzo Fontana, leggendo le decisioni del Ufficio di Presidenza, ha anche ricordato che “le sanzioni hanno decorrenza immediata” e che “in nessun caso possono essere oggetto di discussione”.

“Ritengo che quanto accaduto nella seduta di ieri (mercoledì, ndr), nel suo complesso, debba essere gravemente stigmatizzato”, ha sottolineato Fontana, “Il confronto politico tra posizioni diverse, anche su questioni altamente divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri, ovvero nella violenza e quindi, per questo nella lesione del decoro dell’Istituzione”. “Non lo dico a tutela di una parte, ma a tutela dell’Istituzione tutta. Non posso quindi che richiamare tutti i deputati, in particolare i presidenti dei Gruppi parlamentari, alla responsabilità di evitare il ripetersi di atteggiamenti o parole che, oltre ad arrecare offese o violenze verso gli altri, possano minare l’immagine di questa Istituzione che tutti noi siamo chiamare responsabilmente a rappresentare davanti ai cittadini”, ha concluso.

Scontro in aula sul verbale

Intanto all’interno della Camera continuavano accesissime le polemiche, innescate dal fatto che nel verbale di quanto accaduto il giorno prima la maggioranza abbia votato affinché non fosse sostituito il termine “disordini” con “aggressione del deputato Donno da parte di alcuni deputati della Lega e di FdI”. Dopo il voto, le opposizioni sono insorte.

“Se la relazione contenuta nel processo verbale è la fedele narrazione dei fatti realmente accaduti in Aula, quanto redatto a proposito dell’espulsione dell’on. Furgiuele non spiega le motivazioni di tale provvedimento. Tutti in Aula abbia visto Furgiuele inneggiare ed evocare i simboli fascisti della XMas e questo deve essere riportato nel verbale”, ha dichiarato il dem Anthony Barbagallo.

“Il verbale deve inoltre riportare i termini ‘pugni’ e ‘calci’ che l’onorevole Donno ha ricevuto solo per aver posto la bandiera tricolore al ministro Calderoli. Di tutto questo non c’è alcuna traccia”, ha aggiunto l’esponente dem.

Crippa: “Meglio la XMas di Bella ciao”

Un altro tsunami di contestazioni è stato generato dalle parole del leghista Andrea Crippa, per il quale “ci sono parlamentari tipo Donno che dovrebbero stare in un circo”. Ma a scatenare le polemiche maggiori era stata l’aggiunta: “per me è più un gestaccio cantare ‘Bella Ciao’ in aula che fare il simbolo della XMas, perché il Comunismo ha portato a milioni di morti. Purtroppo, in questo parlamento esistono ancora i comunisti”. Naturalmente le opposizioni hanno intonato” Bella ciao” in aula e seduta sospesa…

Clima rovente anche in Senato sull’Premierato

Ma non che il clima al Senato, dove si votava sul Premierato, fosse molto più disteso. In segno di protesta contro l’aggressione a Donno, i senatori M5s hanno occupato i banchi del governo, mostrando le bandiere italiane. Tra battibecchi continui e scambi di accuse, i senatori hanno comunque concluso le votazioni su articoli ed emendamenti e i lavori riprenderanno martedì alle 15.30 per le dichiarazioni di voto e il voto finale sul provvedimento.

La maggioranza ha impresso un’accelerazione che non è andata giù alle opposizioni, che nelle ultime votazioni siano uscite dall’Aula.
In serata i parlamentari di Pd, M5S e Avs si sono uniti alla manifestazione in piazza Montecitorio, contro l’Autonomia Differenziata, promossa dai Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata e dal Tavolo NOAD, alla quale partecipavano sindacati, associazioni del terzo settore, sindaci e amministratori, la Rete degli studenti.

Tutti in piazza martedì 18 col tricolore

“In questo clima di aggressioni verbali e fisiche, un’aggressione squadrista, intimidazioni, non è possibile discutere di riforme costituzionali che spaccano il Paese, come l’autonomia differenziata. Per questi motivi il Pd, con il Movimento 5 Stelle, Alleanza verdi, sinistra e più Europa ha convocato per martedì prossimo una manifestazione alle 17:30 in piazza Santi Apostoli per difendere l’unità nazionale contro l’autonomia differenziata e il premierato”, annunciava invece la segretaria Elly Schlein.

Invito rilanciato da Giuseppe Conte in un video social, nel quale ha invitato le opposizioni ad “alzare il livello della battaglia” contro le riforme dell’Autonomia differenziata e del premierato. Il presidente M5s ha anche invitato a presentarsi con una bandiera italiana: “Sventoliamo il nostro Tricolore, diciamo no a questo clima e a questi tentativi di vile aggressione”, ha concluso.