Il G7 parte in salita. Neanche il tempo di iniziare e si consuma il primo scontro tra i grandi del mondo. Lo scontro si accende sull’aborto: dalla bozza della dichiarazione finale del vertice di Borgo Egnazia è sparito, per il momento, il punto in cui veniva sottolineata l’importanza di garantire un “accesso effettivo e sicuro all’aborto”.
La richiesta parte soprattutto da Francia e Canada, con l’intenzione di rafforzare il comunicato finale del G7 di Hiroshima dello scorso anno, nel quale si parlava di “accesso legale e sicuro”.
Aborto, le precisazioni italiane non bastano a placare lo scontro
La presidenza italiana del G7 ha subito precisato che sul tema si sta ancora trattando e sono in corso negoziati. Nessuno, sostengono, avrebbe chiesto di eliminare il punto sull’aborto. Eppure le differenze, evidentemente, ci sono.
Basta vedere gli ultimi provvedimenti sul tema in Italia e in Francia per capire le differenze. La maggioranza guidata da Giorgia Meloni di recente ha aperto all’ingresso delle associazioni Pro Vita nei consultori, mentre la Francia di Emmanuel Macron ha invece inserito il diritto all’aborto in Costituzione. Posizioni semplicemente opposte.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando a Start (su SkyTg24) prova a smorzare i toni dello scontro, spiegando che si sta discutendo tra le diverse delegazioni ed è “prematuro fare analisi e inutile fare previsioni ora. Si vedrà alla fine quale sarà l’accordo”.
G7, tensioni interne ed esterne
La questione ha suscitato polemiche interne, con le critiche dell’opposizione: Pd e +Europa prendono di mira il governo per gli attacchi sui diritti delle donne. Ma lo scontro è soprattutto internazionale, con Francia e Germania che si schierano contro l’Italia sul documento finale.
Perché, raccontano i giornali nonostante quella che non è neanche una mezza smentita, è l’Italia a lamentarsi del documento finale e del passaggio sull’aborto. Suscitando l’irritazione degli altri Paesi.
D’altronde per Macron il tema è imprescindibile, tanto più perché è in piena campagna elettorale interna. Discorso simile vale anche per Joe Biden, che negli Usa ha fatto del diritto all’aborto una bandiera contro il suo rivale Donald Trump. Intanto il G7 inizia oggi, con protagonista anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Si discuterà, infatti, dell’utilizzo degli asset russi congelati, proprio per darli all’Ucraina. E stavolta non sembra tanto questo il punto più critico, ma quello ben più banale sull’aborto.