Minori stranieri non accompagnati, l’Agenzia Onu per i rifugiati: il 40% dei profughi nel mondo ha meno di 18 anni

In Italia sono oltre 21mila i minori stranieri non accompagnati. Le sfide per garantire loro tutele e integrazione.

Minori stranieri non accompagnati, l’Agenzia Onu per i rifugiati: il 40% dei profughi nel mondo ha meno di 18 anni

Sono oltre 21mila i minori stranieri non accompagnati (Msna) attualmente presenti in Italia: bambini e giovani che, proprio per la loro condizione di estrema vulnerabilità, necessitano di tutele specifiche nell’accoglienza e percorsi di integrazione rispettosi dei loro diritti fondamentali. Un numero elevato, che ha toccato picchi ancora più alti nei mesi scorsi, frutto delle crisi geopolitiche in corso e dei crescenti flussi migratori che coinvolgono un’ampia fetta della popolazione minorile globale.

Secondo l’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, il 40% dei profughi nel mondo ha meno di 18 anni. Si tratta di milioni di minori costretti a fuggire dai propri paesi d’origine, spesso senza l’accompagnamento di figure genitoriali o di riferimento, condizione che li espone a rischi ulteriori nel percorso migratorio e nell’arrivo in terre straniere. Un fenomeno che richiede un approccio attento e capillare nell’accoglienza e nell’integrazione di questi giovanissimi migranti.

Il 40% dei profughi nel mondo ha meno di 18 anni. In Italia sono soprattutto egiziani e ucraini

In Italia, al 30 aprile 2024, i Msna censiti erano 21.255, con una prevalenza di minori egiziani (4.121, pari al 19,4%) e ucraini (3.920, il 18,4%). Rispetto all’anno precedente, si registra un calo di queste due nazionalità, a fronte di un aumento significativo di minori provenienti da Tunisia (+24%) e Gambia (+129%). Un trend in evoluzione, legato alle diverse crisi umanitarie che attraversano il pianeta.

L’accoglienza e l’integrazione dei Msna rappresentano una sfida cruciale per il nostro Paese, che richiede un modello diffuso e adeguate tutele. Come sottolineato dall’Unhcr in un’audizione al Comitato Schengen, l’accoglienza in strutture residenziali o istituti dovrebbe essere l’ultima risorsa, da limitare al minor tempo possibile, favorendo invece soluzioni alternative come l’accoglienza in famiglia. Attualmente, solo il 20% dei Msna in Italia è accolto presso soggetti privati, mentre l’80% si trova in strutture di accoglienza, di cui il 27% in centri di prima accoglienza e il 53% nella seconda accoglienza.

Un sistema carente

Il sistema di accoglienza e integrazione (Sai), diffuso sul territorio e gestito da comuni ed enti locali, rappresenta il modello preferibile per l’inserimento dei Msna, garantendo percorsi di crescita e di inclusione sociale ed economica. Eppure, alla fine del 2022, i posti disponibili nel Sai per i minori non accompagnati erano solo 6.347, un numero insufficiente rispetto al fabbisogno attuale e prospettico.

La distribuzione di questi posti sul territorio nazionale appare inoltre squilibrata, con una maggiore concentrazione al Centro-Sud rispetto al Centro-Nord. Tra i comuni con più posti Sai per Msna spiccano Milano (410), Bologna (350), Catania (267) e Palermo (200), seguite da Genova, Firenze, Torino, Marsala, Bari, Padula e Cremona, con meno di 200 posti ciascuna. Negli altri 196 comuni con progetti Sai per Msna, i posti disponibili sono inferiori a 100 per ognuno.

La situazione attuale evidenzia la necessità di un rafforzamento delle politiche di accoglienza e integrazione dei minori stranieri non accompagnati, ampliando la capienza del sistema Sai e favorendo una distribuzione più equa sul territorio nazionale. Allo stesso tempo, è fondamentale promuovere l’accoglienza in famiglia, soluzione preferibile per garantire ai Msna un percorso di crescita sano e tutelato, nel rispetto dei loro diritti e del loro superiore interesse.

Un impegno cruciale per un Paese come l’Italia, crocevia di flussi migratori sempre più consistenti e contraddistinti da una presenza massiccia di minori soli, costretti ad affrontare viaggi e percorsi di vita estremamente pericolosi. Un’emergenza umanitaria che richiede risposte concrete e un modello di accoglienza diffuso, in grado di offrire a questi giovanissimi migranti un futuro di integrazione e opportunità, nel pieno rispetto della loro dignità umana. Al di là della propaganda.