Aiuti militari all’Ucraina Grana post-voto per Salvini

Il leader della Lega Salvini ha impostato la campagna Ue sul no all'escaltion. Ora si ritrova un nuovo decreto da votare.

Aiuti militari all’Ucraina Grana post-voto per Salvini

Neanche il tempo per leccarsi le ferite di una tornata elettorale tutt’altro che positiva, che già Matteo Salvini si trova a dover arginare la prima enorme grana a livello governativo (e mediatico). Ieri infatti l’alleato (ma fino a un certo punto) Antonio Tajani, ministro degli Esteri del governo Meloni, durante il suo intervento alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina in corso di svolgimento a Berlino, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti a favore dell’Ucraina, Un provvedimento da 140 milioni di euro.

Gli attacchi a testa bassa di Salvini contro il “guerrafondaio Macron”

Fumo negli occhi per chi, fino a due giorni fa, aveva attaccato sulla guerra, sulla contrapposizione con la Russia, sul guerrafondaio Emmanuel Macron. “Se qualcuno in Italia di centrodestra preferisce la sinistra al centrodestra, e preferisce il bombarolo e guerrafondaio, il pericoloso Macron, perché Macron è pericoloso e lo vedo instabile…”, aveva detto il Capitano in trance agonistica pre-seggio venerdì scorso (non tre anni fa).

“Macron, vuoi la guerra? Mettiti l’elmetto, vai a combattere e non rompere le palle”, aveva aggiunto trasportato dalla sua stessa enfasi. Per poi concludere: “Non parlo di Crosetto, ma le parole di Macron e del segretario generale della Nato sono assolutamente chiare: quando uno ipotizza di bombardare e uccidere in Russia, è un criminale perché ci avvicina alla terza guerra mondiale. Sono contento se l’intero governo italiano la pensa come me. Quindi nessun proiettile italiano per colpire in Russia e nessun militare italiano a combattere in Ucraina, se siamo d’accordo bene”.

Ma nel governo nessuno la pensa come lui

Peccato che “l’intero governo” non sia affatto d’accordo con lui. Anzi. Come ha spiegato lo stesso ministro Guido Crosetto ieri a Repubblica, in un’intervista dove l’alleato Salvini è stato maltrattato non poco: “Non mi sarei mai comportato come lui (Salvini, ndr) per strappare qualche voto in più”, ha esordito il cofondatore FdI, osservando anche che “persone del suo partito hanno inventato cose non dette dal ministro della Difesa sull’ipotesi di inviare militari in Ucraina”. “Detto questo, fare parte di un’alleanza di governo non significa avere uguale stima per tutti quelli che ne fanno parte”, ha aggiunto, giusto per mettere le cose in chiaro.

Il nuovo invio di armi a Kiev

Ma la parte forte dell’intervista è stata quando Crosetto ha annunciato che “è pronto un nuovo invio di armi all’Ucraina, che sarà approvato nei prossimi giorni” e, velenoso, ha aggiunto: “Relazionerò al Copasir e sono certo che nessuna forza di maggioranza avrà nulla da dire o criticare”.

Insomma, Crosetto è certo che alla fine Salvini ingoierà il rospo del suo pacifismo di facciata e voterà l’ennesimo invio di armi. Come del resto ha sempre fatto fino a oggi, alla faccia del “no” alla guerra duro e puro sbandierato nell’ultimo mese.

Ma il salvatore del Carroccio, Vannacci, è pro-Russia

Una contraddizione che sbatte anche con le più recenti affermazioni di colui che ha salvato Salvini da una rovinosa débacle elettorale, l’onnipresente generale Roberto Vannacci, che il 26 maggio scorso, sull’invio di armi occidentali all’Ucraina per attaccare la Russia dichiarava: “Sarebbe un errore perché potrebbe portare alla spiralizzazione del conflitto invece che attenuarlo”.

“Togliere queste restrizioni – aveva detto il generale amante della X Mas – sarebbe un grave errore da parte della Nato, perché significherebbe che la fornitura di armamenti all’Ucraina non si configurerebbe più come azione di difesa dall’aggressione russa da parte di Kiev sul territorio ucraino, ma sarebbe a tutti gli effetti un’attività militare volta a neutralizzare non solo le capacità offensive delle forze armate russe, ma anche l’infrastruttura industriale e produttiva coinvolgendo anche direttamente la popolazione civile russa nella guerra. E tutto ciò porterebbe a una spiralizzazione del conflitto che potrebbe condurre al superamento di quella sottile linea rossa che demarca il confine del ‘non ritorno’”.

Salvini Voterà il pacchetto, missili storm shadow compresi?

Ciononostante, dicevamo, c’è chi scommette – a partire da Crosetto – che Salvini farà buon viso a cattivo risultato elettorale, non romperà con Meloni e alla fine voterà i prossimi aiuti militari all’Ucraina. E non farà neanche la voce grossa se – opzione inaccettabile per parte delle opposizioni e per i (veri) pacifisti – se tra le tante armi,  l’Italia invierà a Kiev anche i famigerati missili storm shadow (che avremmo già peraltro fornito come rivelato dal ministro degli Esteri inglese), armi offensive.

Almeno su questo però, forse, il nemico Crosetto verrà incontro a Salvini: visto che le liste di armamenti consegnati all’Ucraina dal nostro Paese sono tutelate dal segreto di Stato, il Capitano potrà far finta di non sapere. Ma fino a quando?