Alla fine ha deciso di dimettersi. Paolo Signorelli non sarà più il portavoce del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Una decisione che arriva a distanza di pochi giorni dalla sua autosospensione, dettata dalla rivelazione di alcune chat con il capo ultrà della Lazio, conosciuto come Diabolik e ucciso nel 2019, nel quale aveva pronunciato frasi antisemite ed elogiato i terroristi.
Signorelli annuncia la decisione di dimettersi in un colloquio con il Foglio, spiegando che deriva dalla volontà di “non danneggiare il governo”. “Non voglio fare assolutamente la vittima, ma è giusto per tutti che ora mi faccia da parte”, afferma.
Signorelli si dimette da portavoce di Lollobrigida
Rispetto alle chat con Diabolik, Signorelli spiega: “Era un’altra fase della mia vita, quello era un altro Paolo: sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo”. Poi prosegue: “Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato”.
Questa “bufera”, spiega Signorelli, “mi impedisce di continuare a fare il mio lavoro: così ho rassegnato le dimissioni che il ministro ha accettato. Lo ringrazio per la vicinanza alla mia famiglia e la conferma della stima nei miei confronti. Ringrazio Giorgia Meloni, Arianna e tutti coloro i quali ho avuto il piacere di lavorare”.