Almeno 4 lettere anonime sono state recapitate nelle scorse settimane in Procura a Milano, invitando i magistrati del pool che si occupa di cantieri e urbanistica a indagare su alcuni progetti immobiliari e su “consulenze” e “incarichi” che i membri della commissione paesaggio del Comune di Milano riceverebbero da costruttori privati e immobiliaristi.
Alle missive, quasi tutte a oggetto “denuncia di abuso edilizio”, vengono allegate immagini di cartelli di cantiere in varie zone della città. Secondo gli esposti anonimi, esisterebbe un “sistema” dentro la “commissione per il paesaggio” del Comune, l’organo tecnico-consultivo già nel mirino di alcune inchieste dei pm Petruzzella, Filippini, Clerici e l’aggiunto Siciliano.
Chi sono i membri della Commissione urbanistica
È formata da 11 fra architetti, professori e ingegneri di diretta nomina del sindaco, che esprimono pareri obbligatori ma non vincolanti sui progetti edilizi. Per il gip di Milano Mattia Fiorentini, che a maggio ha disposto il sequestro di un cantiere in via Lepontina, la commissione “non garantisce trasparenza e indipendenza” e le sono stati attribuiti negli anni “poteri discrezionali” in “contrasto” con il “sistema previsto e disciplinato dalla legge dello stato e della Regione Lombardia”.
Le accuse ai membri
La commissione “boccia molti progetti con pareri generici che spesso non consentono ai liberi professionisti una facile interpretazione”, si legge nelle lettere anonime. Questo “comporta rivedere il progetto e ripresentarlo (più volte)”. “Gli operatori del settore che investono milioni e non possono permettersi lungaggini nell’approvazione dei progetti – proseguono le lettere – corrono al riparo” chiedendo “consulenze domiciliari” o conferendo “incarichi direttamente” ai membri della commissione.
Vengono forniti i nomi di 5 professionisti coinvolti – alcuni sarebbero già stati riscontrati – che avrebbero accettato gli incarichi dai privati e che, quando “al momento della votazione” si trovano nella ‘doppia veste’ di progettista per il costruttore ma anche membro della commissione, sarebbero usciti “dalla porta” per rientrare “dalla finestra con il progetto approvato”. Secondo le indagini condotte nell’ultimo anno e mezzo sull’urbanistica, in realtà i numerosi progetti edilizi con richiesta autorizzativa o paesaggistica che arrivano alla commissione non sarebbero visionati da tutti gli 11 componenti, ma solo da alcune ‘sottocommissioni’, in genere costituite da 3 professionisti, e poi votati all’unanimità.
Tanto che ex membri della commissione paesaggio, interrogati nei fascicoli d’indagine già conclusi come sulle ‘Park Towers’ di via Crescenzago o sulla Torre Milano di via Stresa, non ricorderebbero di aver mai dato il proprio voto favorevole.
Gasparri all’attacco del condono per i grattacieli fantasma
E mentre la procura indaga, il tema dei grattacieli fantasma irrompe nella campagna elettorale per le europee. A dare fuoco alle polveri, ieri, è stato uno che più lontano da Milano non potrebbe essere: il senatore forzista Maurizio Gasparri. Che, per rinfocolare la polemica contro il sindaco Beppe Sala e il Pd, ma, soprattutto, per segnare le distanze dall’alleato Matteo Salvini, ha minacciato di non votare il condono. E lo ha fatto andando – da destra – a mettere il dito nella ferita aperta del Pd.
“Bisognerà esaminare con molta attenzione l’emendamento Sala-Pd che viene ipotizzato al decreto Salva Casa. È la sinistra che parla di condono. Ed è la sinistra che lo invoca. C’è la vicenda milanese che è tutta da approfondire. Perché i famosi grattacieli che verrebbero ‘sanati’ attraverso un emendamento di cui si parla, riguardano la gestione della sinistra e del Pd”. E ha ragione.