Sembra incredibile, ma dopo otto mesi di guerra a Gaza e una trattativa di pace tra Hamas e Israele che si complica di ora in ora, a fare rumore è l’ennesimo “incidente” che ha causato una nuova carneficina. Durante un raid notturno, l’aviazione dello Stato ebraico ha colpito la scuola Al-Sardi a Nuseirat, gestita dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA), causando almeno 45 vittime.
Una carneficina che ha immediatamente scatenato la reazione della comunità internazionale, spingendo l’esercito dello Stato ebraico ad ammettere l’attacco spiegando che nella struttura “operavano terroristi di Hamas e della Jihad islamica che appartenevano alla Forza Nukhba e che hanno preso parte all’attacco omicida del 7 ottobre alle comunità israeliane”.
Sempre le forze fedeli al primo ministro Benjamin Netanyahu hanno poi aggiunto di aver agito con un attacco mirato sulla base di informazioni di intelligence e che non risultano vittime civili, anche perché, secondo l’esercito israeliano, “prima dell’attacco sono stati intrapresi passi per ridurre il rischio di danneggiare civili non coinvolti”. Una spiegazione che, però, non sembra convincere nessuno perché delle 45 vittime, almeno 23 sono risultate donne e bambini. Tra l’altro, il capo dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha detto che il raid aereo “è avvenuto senza preavviso”.
Gaza, Israele colpisce una scuola dell’Urnwa causando un bagno di sangue
Dopo quello che Hamas non ha esitato a etichettare come “un massacro orribile e premeditato”, c’era da aspettarsi uno stop alle già difficilissime trattative di pace al Cairo. E questo è puntualmente arrivato con il gruppo terroristico che, secondo l’agenzia saudita Asharq Al-Awsat, ha respinto la proposta di accordo di Israele per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, sostenendo che fosse profondamente diversa da quella presentata dal presidente statunitense Joe Biden. “Israele sta facendo manipolazione. Vogliono una tregua temporanea, per poi riprendere la guerra e per farlo usano testi ambigui che sono aperti all’interpretazione”, ha affermato una fonte del gruppo palestinese all’agenzia Asharq Al-Awsat.
A confermare come la strada verso un accordo sia in salita, sono stati gli stessi mediatori egiziani, incaricati dal presidente Abdel Fattah al-Sisi, secondo cui “non c’è alcun segno di svolta nei negoziati tra Israele e Hamas”, salvo aggiungere che i leader del movimento terroristico vogliono comunque continuare a trattare nei prossimi giorni.
I timori degli Usa per un’allargamento all’Iran della guerra di Gaza
Tuttavia, in queste ore a preoccupare è la situazione al fronte tra Israele e Hezbollah che continua a surriscaldarsi, specie a seguito delle dichiarazioni di Netanyahu secondo cui l’esercito è pronto “a una grande offensiva” in Libano. Dopo l’ennesimo scambio di colpi tra l’esercito dello Stato ebraico e i miliziani libanesi, tra le vittime su entrambi i fronti spunta Rafael Kauders, un riservista italo-israeliano di 39 anni dell’esercito israeliano, che è stato ucciso durante un attacco delle milizie sciite.
Proprio davanti a questo aumento di tensione, l’amministrazione di Joe Biden ha messo in guardia Israele dall’idea di intraprendere “una guerra limitata” in Libano in quanto, secondo gli USA, potrebbe spingere l’Iran a intervenire. Come riferisce Axios, che ha sentito funzionari USA e israeliani, Washington starebbe facendo il possibile per trovare una soluzione diplomatica capace di ridurre le tensioni al confine, ma al momento non avrebbe ottenuto alcun progresso per via della riluttanza di Netanyahu, che sarebbe determinato a lanciare l’offensiva.