Dopo gli annunci non si poteva più tornare indietro e quindi, senza sorprese, la Banca centrale europea ha tagliato per la prima volta dal 2016 i tassi d’interesse. Tutto come previsto, insomma, con la riduzione di un quarto di punto percentuale. Quella della Bce è decisione comunque storica, la prima in questa direzione da otto anni ma soprattutto la prima dopo la sospensione della lunga serie di rialzi.
Con il taglio dello 0,25% il tasso sui depositi scende al 3,75%, quello sui rifinanziamenti principali al 4,25% e infine sui prestiti marginali al 4,50%. Buone notizie, quindi, per le famiglie con mutui a carico. Il taglio deriva da un’inflazione calata di 2,5 punti percentuali dal settembre del 2023 e da pressioni sui prezzi più deboli, con aspettative che si sono ormai placate “su tutti gli orizzonti temporali”.
La Bce taglia i tassi
La decisione del Consiglio direttivo è stata presa quasi all’unanimità: si è opposto, ha spiegato in conferenza stampa la presidente della Bce Christine Lagarde, soltanto un governatore. Questo non vuol dire che la politica restrittiva è alle spalle. Anzi la stessa Lagarde ha precisato che con questi tassi siamo ancora in una fase restrittiva, anche se leggermente ridotta. Inoltre non ci sono solo buone notizie, perché le previsioni dell’inflazione vengono viste al rialzo e non c’è nessuna certezza per i tagli futuri.
Lagarde non si sbottona e parla di “approccio guidato dai dati”: la Bce deciderà “meeting dopo meeting”, senza dare ancora nessuna indicazione sui prossimi passi e senza alcun impegno sul percorso da seguire nelle prossime riunioni. La strada dell’allentamento della politica monetaria è quindi ancora in salita e subirà “vari scossoni”, come ha detto Lagarde. Il percorso sarà “accidentato”, così come lo saranno i prossimi mesi.
I dati sull’inflazione
Come scritto nel comunicato della Bce, comunque, “le pressioni restano forti”, considerando anche “la crescita dei salari”. Tanto che si prevede che l’inflazione resti al di sopra dell’obiettivo del 2% per gran parte del 2025. Solo nel secondo semestre Lagarde si attende un calo al di sotto della soglia fissata dalla Bce.
La discesa, comunque, sarà probabilmente abbastanza lenta. E a confermarlo ci sono anche le ultime previsioni dell’Eurotower: a giugno si parla di una media per quest’anno del 2,5%, più alta del 2,3% previsto solamente pochi mesi fa, a marzo. Nel prossimo anno l’inflazione dovrebbe invece raggiungere il 2,2%, in aumento rispetto alla precedente previsione del 2%. E solo nel 2026 si scenderà al di sotto del tetto considerato ideale dalla Bce, con un dato all’1,9%. Intanto, invece, dovrebbe salire l’attività economica per il 2024: dallo 0,9% del 2024 (meglio del previsto) all’1,5% del prossimo anno (in questo caso, invece, in lieve calo).