Dopo una primavera mite e ricca di precipitazioni, qualcuno potrebbe pensare che l’Italia sia uscita dall’emergenza siccità. Peccato che, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, la situazione non sia affatto migliorata. Il problema, infatti, si riproporrà anche quest’anno, con la consapevolezza che dal 2020 a maggio scorso si sono registrati ben 81 danni dovuti alla siccità prolungata che, ormai da decenni, affligge l’Italia.
Secondo il report dell’organizzazione ambientalista, la Lombardia con 15 eventi, il Piemonte con 14 e la Sicilia con 9 sono risultate le regioni più colpite negli ultimi quattro anni. Seguono la Sardegna con 6 danni registrati a causa della siccità prolungata, l’Emilia-Romagna e il Trentino-Alto Adige che ne contano 6 ciascuna. Una situazione emergenziale per la quale Legambiente ha lanciato un doppio appello: al Governo di Giorgia Meloni e all’Unione Europea, in vista della prossima legislatura europea, affinché affrontino di petto il problema.
La siccità in Italia è un’emergenza nazionale, Legambiente lancia l’allarme: “Cresce la desertificazione in tutto il Paese”
Come si legge nel report dell’associazione ambientalista, “la crisi climatica avanza” con “sempre più caldo e processi di desertificazione” per i quali “servono interventi concreti e integrati: una regia unica da parte delle Autorità di bacino, una strategia nazionale integrata e a livello di bacini idrografici; incentivare buone pratiche per trattenere l’acqua e praticare il riuso delle acque reflue depurate”.
A livello europeo, gli ambientalisti chiedono l’approvazione di “una legge quadro sulla resilienza climatica per coordinare norme stringenti sull’adattamento, con efficaci piani nazionali e adeguate risorse economiche, in tutti i Paesi membri”. Che si tratti di misure urgenti lo spiega sempre Legambiente, citando le stime prudenziali della Commissione Europea, secondo cui, senza un’efficace azione preventiva dei rischi climatici, i danni da alluvioni, ondate di calore, siccità, incendi boschivi, perdite dei raccolti o malattie potrebbero ridurre il PIL europeo di circa il 7 per cento entro la fine del secolo.
Non va di certo meglio per l’Italia: il report segnala che, “secondo quanto previsto dal Piano Nazionale di Adattamento Climatico, varato a fine 2023 dal Governo Meloni, si stima una riduzione del valore della produzione agricola pari a 12,5 miliardi di euro nel 2050 in uno scenario climatico con emissioni climalteranti dimezzate al 2050 e pari a zero al 2080”.
Legambiente chiede interventi mirati contro la siccità
“La siccità che in questi mesi ha colpito in particolare la Sicilia, l’acqua razionata, le proteste di cittadini e agricoltori ci restituiscono in estrema sintesi quanto la crisi climatica stia accelerando anche in Italia. Dalla Sicilia alla Sardegna, passando per le altre regioni della Penisola, è evidente che gli effetti del cambiamento climatico, a partire dagli eventi siccitosi sempre più cronici, sono ormai ben tangibili con gravi ricadute ambientali ed economiche”.
Lo afferma Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, secondo cui “in particolare, la siccità prolungata in questi anni ha messo più volte in ginocchio la produzione agricola e causato un preoccupante abbassamento del livello dei laghi. Per questo è fondamentale intervenire in prevenzione piuttosto che agire dopo che gli eventi climatici estremi si siano abbattuti sulla Penisola. Il nostro Paese deve puntare a un approccio circolare, sostenibile e integrato della gestione dell’acqua e a una diffusione capillare delle buone pratiche già attive sul territorio”.
A livello europeo, chiediamo politiche climatiche ed energetiche più ambiziose che poggino sul Green Deal e su un nuovo patto per il futuro che metta davvero al centro l’ambiente”.