Nasce tutto da un attacco, esplicito, del senatore leghista Claudio Borghi. Ma poi la situazione peggiora, con Matteo Salvini che di fatto si accoda alle critiche al capo dello Stato, Sergio Mattarella. E la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, praticamente costretta a intervenire, anche se dietro le quinte.
La festa della Repubblica di ieri ha suscitato non poco clamore, con le opposizioni che insorgono dopo gli attacchi al presidente della Repubblica e il caos anche nella maggioranza, con tanto di prese di distanze da parte del leader di Forza Italia, Antonio Tajani.
Il caso
Borghi scrive sui social: “Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso”. Un attacco diretto a Mattarella.
Salvini, invece di dissociarsi, rincara la dose: “Oggi c’è la festa della Repubblica, oggi è la festa degli italiani, della Repubblica, non della sovranità europea”. Poi però è costretto a tornare indietro, ad assicurare che non chiede le dimissioni di nessuno. Probabilmente, raccontano alcuni retroscena, dopo una telefonata di Meloni che ha chiesto la smentita prima che fosse lei stessa a intervenire in tv per screditare il suo alleato-rivale. Ma va detto che i messaggi lanciati da Meloni nelle ultime ore sull’Ue non sono molto diversi da quelli della Lega, anche se senza mai chiamare in causa Mattarella.
Insorgono le opposizioni e anche Tajani difende Mattarella
Nel frattempo si era scatenata l’insurrezione delle opposizioni, che chiedono anche l’intervento di Meloni. Ma invano, resta il silenzio, almeno pubblicamente. Mentre si dissocia, esprimendo solidarietà a Mattarella, Tajani: “Ogni scelta anti europea è deleteria per l’Italia, fa bene Mattarella a sottolineare la nostra prospettiva europea”.
Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, è stato un “attacco gravissimo” e “senza precedenti”, da cui bisognerebbe prendere le distanze. Stesso concetto espresso con altre parole dal presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che parla di un’uscita “indegna e sconclusionata”. In una campagna elettorale in cui per una volta si parla di Ue, ma solo per attaccare Mattarella.