Il governo ha approvato la riforma della Giustizia. Alessandra Maddalena, vicepresidente dell’Anm, era proprio così urgente secondo lei?
“Urgente? Direi proprio di no. Ma davvero si vuole far credere che sia questa la riforma di cui la giustizia ha bisogno? La giustizia ha bisogno di efficienza e rapidità. E’ questo che sta a cuore ai cittadini. Con questa riforma invece non solo non cambierà nulla sul piano dell’efficienza. Al contrario i diritti dei cittadini saranno meno tutelati. Perché una magistratura indebolita e condizionata non sarà più in grado di garantire una giustizia uguale per tutti. E’ uno scenario pericoloso”.
Il premierato scardina dall’alto la Costituzione, rafforzando il potere esecutivo e legislativo ai danni del presidente della Repubblica e del Parlamento, l’Autonomia lo fa dal basso e ora con la riforma della giustizia si va a minare l’indipendenza dei magistrati?
“E’ indubbio che le riforme costituzionali sono fra loro legate. Quella che riguarda la magistratura mira a indebolire il suo organo di governo autonomo, relegandolo a struttura con funzioni meramente burocratiche. In questo modo si mina l’indipendenza della magistratura sancita dalla Costituzione a tutela non delle prerogative dei magistrati, bensì dei diritti dei cittadini”.
Tanto la premier Meloni quanto il Guardasigilli Nordio parlando della riforma, hanno citato Falcone. Che ne pensa?
“Il suo pensiero è stato spesso interpretato in modo strumentale. Falcone non ha mai pensato ad uno stravolgimento dell’assetto costituzionale con la separazione delle carriere. E’ un travisamento voluto a sostegno di questo tentativo di riforma. Le dirò di più, Falcone, nella sua carriera, ha svolto sia funzioni giudicanti che requirenti. Lui sosteneva soltanto la necessità di una maggiore specializzazione del pubblico ministero nel quadro dell’assetto processuale vigente nel 1989”.
Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, dice che la riforma corona il sogno di Silvio Berlusconi.
“Il disegno di indebolire la magistratura risale a molto tempo prima. Purtroppo. In ogni caso le riforme si fanno per soddisfare gli interessi dei cittadini. Per questo motivo trovo preoccupante che una riforma di questa portata serva semplicemente a coronare il sogno di qualcuno”.
Andando sui contenuti, l’aspetto principale è quello del via libera alla separazione delle carriere dei magistrati.
“Nell’attuale assetto costituzionale e processuale il pubblico ministero cerca anche prove a favore dell’indagato. La separazione delle carriere, allontanando lo stesso pubblico ministero dalla cultura del giudice, ne farà invece una sorta di superpoliziotto alla ricerca solo di prove d’accusa. Questa immagine, da cittadina, mi preoccupa”.
La riforma della giustizia prevede l’assoluta paritarietà nell’espressione dei componenti del Csm e dell’Alta corte di giustizia disciplinare: in entrambi i casi il passaggio è quello del sorteggio. È questa la via per interrompere la degenerazione correntizia, come ha detto il Guardasigilli Carlo Nordio?
“La magistratura è stata la prima a confrontarsi con i problemi della degenerazione correntizia dimostrando di avere forti anticorpi. Adesso è solo un pretesto per indebolire una magistratura che svolge, in modo indipendente, il suo compito di controllo della legalità. Poi, guardi, non è vero che per i togati ed i laici il meccanismo di nomina sarà lo stesso. Per i togati si procederà con un sorteggio secco mentre per i laici il sorteggio sarà tra soggetti individuati e scelti dal Parlamento. Non ci vuole molto a capire che la componente laica continuerà ad essere espressione della maggioranza politica, mentre dall’altro lato quella togata sarà deresponsabilizzata e privata di qualsiasi capacità rappresentativa”.
Che ne pensa, in particolare, dell’istituzione dell’Alta corte?
“Le dico solo una cosa – ribadendo che stiamo solo su una bozza del disegno di legge senza avere un testo definitivo – a me pare assolutamente eccentrica, rispetto al sistema giuridico esistente, la previsione di un medesimo organo giurisdizionale che interviene quale giudice sia di primo che di secondo grado”.
Perché paventate il rischio del controllo della politica sulla magistratura?
“Perché indebolendo l’organo di governo autonomo della magistratura si altera l’equilibrio tra poteri dello Stato. Inoltre, il pubblico ministero separato dal giudice e trasformato in un organo autoreferenziale dovrà pur rispondere a qualcuno della propria azione e non potrà che trattarsi del potere politico. Trovo bizzarro poi che, con il dichiarato fine di eliminare la asserita politicizzazione della magistratura, si finisca con l’introdurre il controllo politico della magistratura”.
Il sottosegretario Alfredo Mantovano conta sul fatto che non servirà il referendum.
“Mi auguro di sì invece perché sono convinta che i cittadini ci ascolteranno, comprendendo la pericolosità di questa riforma”.
“L’accusa dell’Anm non giunge a sorpresa ma è un pregiudizio quasi automatico che ha nei confronti di questo governo”. Cosa replica a queste parole pronunciate dal ministro Luca Ciriani?
“È una sciocchezza, mi perdoni, non è questione di questo o quel governo, ma di contrastare l’effettiva approvazione di una riforma che intende scardinare uno dei pilastri dello Stato di diritto qual è proprio l’indipendenza della magistratura”.
Siete pronti allo sciopero?
“Siamo pronti a qualsiasi iniziativa utile a salvaguardare l’indipendenza della magistratura ed il diritto dei cittadini ad una giustizia vera e uguale per tutti”.