di Carola Olmi
Più utili, risparmi e dividendi. Il giorno dopo la mossa a sorpresa di Standard & Poor’s, che ha preparato il terreno a un downgrade di Generali, la compagnia mostra i muscoli e rispedisce al mittente i dubbi dell’Agenzia di rating. Il gruppo assicurativo del Leone alza a 750 milioni di euro l’obiettivo di risparmi entro il 2015, dai 600 milioni annunciati nello scorso gennaio, e a un miliardo entro il 2016, di cui il 40% nel vita e il 60% nei danni. Complessivamente – ha rivelato il gruppo all’Investor Day di Londra – il gruppo punta a raggiungere benefici per 1,6 miliardi entro il 2015 e di 2 miliardi entro il 2016 (750 milioni solo dalle iniziative per l’eccellenza tecnica e 900 milioni nel 2016; altri 100 milioni dalla nuova funzione di tesoreria e dalla centralizzazione della riassicurazione.
Ristrutturazione pesante
Ma i dividendi potranno essere in crescita anche da qui al 2015. ”Stiamo ristrutturando il portafoglio di attività e siamo già usciti da 8 patti di sindacato che venivano a scadenza”, ha detto il Ceo Mario Greco, ricordando di aver acquisito una disponibilità di questi asset per le gestioni più opportune. Nei primi dieci mesi dell’anno, da quando è stato presentato il piano triennale, il gruppo ha completato 2,4 miliardi di euro di cessioni di asset sul target di 4 miliardi e “tutte le vendite sono state fatte per cassa con multipli molto elevati e con transazioni chiare e semplici”. Il capitale di Generali è quindi “già molto rafforzato rispetto allo scorso anno. Nei risparmi previsti non sarebbero compresi nuovi programmi di ristrutturazione straordinaria del personale. “Conterremo in alcuni Paesi i livelli del personale lavorando su turnover e prepensionamenti”, ha spiegato Greco. E d’altra parte, non sarà difficile risparmiare su anni in cui la compagnia ha gettato soldi dalla finestra liquidando buone uscite milionarie agli ex presidenti Bernheim e Geronzi e all’ex ad Perissinotto, con lo spaventoso contorno di benefit e spese a carico degli azionisti.
Piazza Affari apprezza
Ma a bruciare più dei milioni gettati in altre stagioni adesso è l’iniziativa di S&P, che ha annunciato un credit watch negativo in vista di uno stress test legato a un possibile default del debito sovrano italiano. “L’Italia non farà default e Standard & Poor’s sembrano un po’ fuori tempo”. “Se l’Italia dovesse fare bancarotta, non sarebbe un problema solo per Generali, ma per tutti”, ha aggiunto. Alcuni anni fa il problema era forse quello se l’Italia sarebbe riuscita a restare nell’euro e in linea con gli altri Paesi. Mi sembra alquanto interessante che loro sollevino questo problema adesso”, ha aggiunto Greco, annunciando così battaglia con l’agenzia di rating. Intanto in Borsa, anche grazie alla giornata positiva dei mercati, generali ha guadagnato terreno, chiudendo a 16,84 euro per azione (+1,51%). La performance del titolo a distanza di un anno è di +32,60%.