Finora era considerato il salvatore della patria. Quella europea, in questo caso. L’idea era partita dal presidente francese, Emmanuel Macron, che voleva proporlo come prossimo presidente della Commissione o del Consiglio Ue. Ma per Mario Draghi ora la strada sembra in salita, perché al momento i Socialisti non sembrano essere intenzionati a sostenerlo.
Il gruppo del Pse è attualmente il secondo al Parlamento europeo e, secondo i pronostici, potrebbe confermarsi come tale anche nella prossima legislatura. Il suo peso, se la maggioranza non dovesse cambiare, sarà quindi determinante. E oggi il candidato dei Socialisti alla presidenza della Commissione, Nicolas Schmit, esprime la sua contrarietà a una nomina di Draghi.
I Socialisti europei scaricano Draghi
Schmit, in un’intervista ad alcune agenzie di stampa, tra cui l’Ansa, afferma che una nomina dell’ex presidente del Consiglio italiano al vertice delle istituzioni Ue “significherebbe che non rispettiamo il sistema”. Anche se non va sottovalutata un’altra ipotesi, ovvero “il problema che nessuno riesca a ottenere la maggioranza in Parlamento perché alla fine è il Parlamento che decide”.
Va infatti sottolineato che anche nella scorsa legislatura europea alla fine la scelta era ricaduta sull’attuale presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che non era candidata a ricoprire quel ruolo. Si trovò, invece, un compromesso sul suo nome. Non è da escludere che una cosa del genere accada anche questa volta, magari proprio a scapito di von der Leyen che oggi è la candidata dei Popolari.