Ho trascorso qualche giorno a Roma. Mancavo da anni e sono stata felice di vedere tanti turisti stranieri. È sintomo di vitalità: significa che la nostra storia e cultura sono ancora attraenti per il mondo.
Lucia Modugno
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Gentile lettrice, la capisco benissimo. Provai qualcosa di simile quando ricevetti a Roma un’amica asiatica. Non era mai stata in Europa: ricordo lo stupore, la gioia davanti alle vestigia dei Fori, alle chiese barocche. Ebbi la stessa sensazione dopo il Covid e il lockdown del 2020, quando Roma ricominciò a popolarsi di stranieri: in Via dei Fori Imperiali passavano gruppi di turisti con le guide che tenevano sollevata una bandiera: australiana, giapponese, brasiliana, di ogni dove. Forse questa Italia – pensai – non è del tutto perduta. Però c’è l’altra faccia della medaglia. Ci sono città europee dove il turismo divenuto invasivo ha molto peggiorato il tessuto urbano. Penso a Parigi, Londra, Lisbona. Nella capitale inglese si è stanziata una pletora di miliardari dalle ex colonie. Comprano case a prezzi sempre più alti, così che l’impossibile costo delle abitazioni ha costretto i londinesi a rifugiarsi nelle periferie o fuori Londra, da dove conducono una triste vita da pendolari. Il valore degli immobili in mano a stranieri è di 55,2 miliardi di sterline (66 miliardi di euro). Qualcosa di simile avviene a Lisbona da quando il Portogallo ha varato forti agevolazioni per pensionati, per lavoratori “nomadi digitali” e per chi investe almeno mezzo milione di euro. I prezzi delle case sono ora fuori controllo e nessuno sa cosa fare. Mi auguro che nulla del genere accada qui a Roma.
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