Al Tribunale di Genova ieri era il giorno dell’interrogatorio dell’ex presidente del Porto, Paolo Emilio Signorini, davanti ai pm titolari della maxi-inchiesta che ha portato il presidente ligure Giovanni Toti ai domiciliari. Un faccia a faccia assai atteso, considerando che Signorini è l’unico degli indagati ad essere finito nel carcere di Marassi, accusato di aver avvantaggiato il terminalista Aldo Spinelli su una serie di pratiche legate allo scalo di Genova, a partire dalla concessione trentennale del Terminal Rinfuse.
Il legale: “Signorini ha risposto a tutto”
Davanti al Gip Signorini si era rifiutato di rispondere. Non così, da quanto riferito dal suo legale, di fronte ai pm. “Siamo moderatamente soddisfatti, nei limiti della situazione. Non era previsto che l’interrogatorio fosse particolarmente lungo, gli addebiti sono relativamente pochi e ha risposto a tutto”, ha spiegato l’avvocato Enrico Scopesi, al termine delle tre ore di interrogatorio.
“Col senno di poi comportamenti inappropriati”
L’ex presidente dell’Autorità di porto “ha respinto gli addebiti di corruzione”, ha sottolineato il legale, “ha riconosciuto sicuramente una sostanziale inappropriatezza – continua l’avvocato – di una frequentazione con quello che ha sempre ritenuto e ritiene un amico, riconosce tanto più evidentemente oggi con il senno di poi che non fossero comportamenti così appropriati. Detto questo ha ribadito con fermezza che tutto l’operato è stato nell’interesse del Porto e degli operatori, e ha chiarito alcuni aspetti anche oltre le domande fatte sulla correttezza delle pratiche”.
In effetti sarebbe stato arduo ammettere che i weekend a Montecarlo con il corollario di ristoranti di lusso, massaggi, stanze e regali per le “amiche”, tutto pagato da Spinelli – formalmente fornitore dell’Autorità – fossero appropriati… “A Montecarlo invece è andato – ha detto il legale – e non c’è dubbio”.
“Ha operato per il mantenimento dell’equilibrio degli operatori portuali”, ha aggiunto il legale, per il quale Signorini, che ha anche rilasciato dichiarazioni spontanee, ha respinto l’accusa di aver ricevuto la promessa di un posto di lavoro (Spinelli intercettato gli disse: “Non essere triste, te lo trovo io un lavoro”).
I 15mila euro per il matrimonio della figlia presi d un’amica
Circa i 15 mila euro che per i magistrati avrebbe ricevuto dall’imprenditore per pagare il matrimonio della figlia, Signorini avrebbe riferito di averli “presi da una amica, non da Spinelli, e glieli ha restituiti con le vincite al Casinò”. Infine, alla domanda se tornerà libero, il legale ha risposto con un laconico “prima o poi, sicuramente”. Sulla istanza di revoca della misura di custodia cautelare in carcere, Scopesi ha detto che “valuteremo quando presentarla”.
Almeno sei mesi per il nuovo presidente dell’Autorità di Porto
Intanto, ieri, il viceministro Edoardo Rixi ha fatto sapere che per avere il nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar ligure Occidentale “ci vorranno mesi”. “È evidente che se c’è un tema sulla situazione attuale, anche se si dovesse avviare la procedura domattina, non penso che prima dell’inizio dell’anno prossimo si sia in grado di avere un nuovo presidente. Quindi c’è un problema di gestione nel frattempo della situazione”, ha spiegato.
Alla domanda se in attesa di un nuovo presidente si possa procedere sui moli e possano essere firmati tutti i provvedimenti necessari al funzionamento dello scalo, oggi guidato dal commissario Paolo Piacenza (indagato per abuso d’atti d’ufficio, ma non sospeso, ndr) il viceministro replica “Di questo discuteremo in questi giorni, non spetta a me parlare di queste cose”.
Il gip nega la libertà ad Aldo Spinelli
Sempre ieri il gip ha detto “no” alla revoca degli arresti domiciliari per Aldo Spinelli, indagato per corruzione. Il giudice Faggioni ha respinto l’istanza ritenendo “che la misura in corso, tenuto conto altresì del brevissimo applicazione (avvenuta in data 07.05.2024), appare proporzionata” e “adeguata in relazione al grado di esigenze cautelari da soddisfare”.
Il giallo risolto
Infine si è risolto il “giallo” della frase di Spinelli Jr sui finanziamenti: dopo un riascolto della registrazione dell’interrogatorio davanti al Gip, tutti i presenti, giudice, pm e difensori, hanno convenuto che Roberto Spinelli abbia detto che “Toti chiedeva finanziamenti leciti”.