Non c’è solo l’attacco ai telespettatori di La7 (e quindi a qualche milione di italiani), nel suo videomessaggio pubblicato sui social dalla presidente del Consiglio. Giorgia Meloni sveste i panni da premier per indossare quelli della candidata di punta di Fratelli d’Italia e riparte la propaganda sull’Italia in crescita sfidando, a tratti, la realtà dei fatti e pure quella dei numeri.
Tra crescita, Export e Spread
“Oggi, pur in una situazione difficile, l’Italia è finalmente tornata a crescere più della media europea. È cresciuto l’export, è sceso lo spread e la Borsa italiana nel 2023 è stata la migliore in Europa. Ma soprattutto abbiamo toccato il tasso di occupazione più alto di sempre, aumentano i contratti stabili, aumenta l’occupazione femminile, diminuisce il rischio di povertà, e dopo tre anni i salari sono tornati a crescere più dell’inflazione”, ha detto Meloni.
Ma per il sito di fact checking Pagella Politica, che ha analizzato le parole della premier, le cose non stanno esattamente così. L’economia, ad esempio. I dati Eurostat dicono che nel 2023 il Pil italiano è cresciuto dello 0,9 per cento rispetto all’anno precedente, mentre la crescita media dell’Unione europea è stata pari allo 0,4 per cento.
L’anno scorso 12 Paesi Ue sono comunque cresciuti più dell’Italia, tra cui la Spagna (+2,5 per cento), mentre la Francia è cresciuta meno (+0,7 per cento) e in Germania il Pil è lievemente sceso (-0,2 per cento). Le previsioni pubblicate dalla Commissione europea prevedono per quest’anno una crescita del Pil dello 0,9% con una media europea dell’1%.
Per l’Osce l’Italia si fermerà allo 0,7%. Insomma, l’Italia non è la locomotiva d’Europa. L’export, a differenza di quanto sostenuto da Meloni, non cresce. Lo stesso Ministero degli Esteri certifica che i volumi delle esportazioni sono identici a quelle dell’anno precedente. L’Istat nella sua relazione scrive che “l’export nazionale in valore risulta stazionario ed è sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate”.
La discesa italiana dello spread invece (come avviene per quasi tutti i Paesi europei) ha una motivazione semplice: il peggioramento delle condizioni economiche della Germania che hanno fatto aumentare il rendimento dei titoli tedeschi.
I dati sulla povertà assoluta
Meloni ha rivendicato anche un altro risultato: secondo lei, in Italia è diminuito il rischio di povertà. Come sottolinea Pagella Politica la presidente del Consiglio “ha omesso un altro dato importante per comprendere l’andamento della povertà nel nostro Paese”.
Secondo le stime preliminari più aggiornate di Istat, nel 2023 è leggermente aumentata la percentuale di cittadini e di famiglie che vive in povertà assoluta. Per quanto riguarda il rischio di povertà dice sempre l’Istat che la percentuale nel 2023 è calata rispetto all’anno precedente “grazie a misure che erano state introdotte prima dell’insediamento del governo Meloni (tra cui l’assegno unico universale) e che l’attuale governo ha solo modificato in parte”, spiega Pagella Politica.
I salari e l’inflazione
Infine, la presidente del Consiglio ha detto nel suo videomessaggio su La7 che, grazie al suo governo, “dopo tre anni i salari sono tornati a crescere più dell’inflazione”.
La leader di Fratelli d’Italia fa riferimento al rapporto annuale Istat dello scorso 15 maggio secondo il quale “le retribuzioni contrattuali orarie nel 2023 sono aumentate del 2,9 per cento, in rafforzamento rispetto al 2022”.
Nello stesso rapporto c’è però scritto che “i prezzi al consumo, seppure in decelerazione, hanno comunque segnato nel 2023 una crescita del 5,9 per cento, che ha determinato un ulteriore arretramento in termini reali delle retribuzioni”.