Forse dovremmo rileggere la Storia. Mussolini fece anche cose buone, oltre a far viaggiare i treni in orario. Non tutto è da buttar via.
Arnaldo Cenci
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Gentile lettore, è significativo che ci si trovi a discutere di fatti di cento anni fa come fossero roba attuale: non mi è mai capitato di parlare del Duce così spesso come nell’ultimo anno, segno che un triste oggi ci ha catapultati in un triste ieri. Viviamo ancora all’ombra del mito mussoliniano ed è pazzesco. Non concordo affatto sulla “parziale discolpa” del Duce. Fu un leader di una mediocrità sconcertante. Coinvolse la sua base, inizialmente socialista e “popolare”, fatta di agricoltori e operai, in quella che fu una vera truffa politica: fece del partito lo scudo dell’alta borghesia del Nord e dei latifondisti del Sud, fino alla marcia su Roma nel mezzo dei moti operai che squassavano l’Italia. Vietò per legge i sindacati e lo sciopero istituendo il sindacato unico sottoposto al partito e Confindustria. Taccio sulla retorica buffonesca, ma non sui gravi errori diplomatici e militari: l’alleanza con Hitler, l’attacco alla Grecia, l’ordine a Graziani di avanzare dalla Libia in Egitto che provocò un devastante contrattacco inglese, di cui il Duce non si assunse la colpa. Di errore in errore, azzoppò perfino l’alleato tedesco. Per soccorrere gli italiani circondati in Grecia, Hitler dovette distogliere undici divisioni e rimandare di mesi l’invasione della Russia. Un ritardo fatale a causa di neve e condizioni climatiche. Quindi, caro Cenci, non trovo nulla di buono nel Ventennio. Ah, e non è vero che i treni viaggiavano in orario: fake news.
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