Un referendum che non s’ha da fare. È quello sul paventato stadio del Milan a San Donato. Giovedì il Comitato dei Garanti del comune dell’hinterland ha infatti dichiarato inammissibile la consultazione popolare. Scatenando le ire dei comitati che da mesi si battono contro l’opera faraonica, i cui contorni sono ancora tutt’altro che chiari.
I Garanti scelti dalla maggioranza in Comune
“Ci sono voluti quasi 4 mesi per comunicarci qualcosa che, in molti, si aspettavano: con la dichiarazione di inammissibilità del referendum consultivo sullo stadio a San Donato resa nota ieri (giovedì, ndr) dal Collegio dei Garanti (organo i cui membri sono stati scelti da chi amministra oggi la città), si è ribadita – ancora una volta – la volontà che i sandonatesi siano semplici spettatori nelle scelte per la città”, tuona il Comitato No Stadio a San Donato Milanese.
“È purtroppo ciò che hanno sempre voluto il sindaco Squeri e la sua maggioranza, da mesi e mesi, dimostratisi allergici alla partecipazione, alla condivisione pubblica degli atti sullo stadio e all’ascolto preventivo”, continua il comitato, sottolineando che “si è detto no ad una proposta di referendum popolare consultivo elaborata dal team legale del “Comitato no stadio a San Donato Milanese” che teneva pienamente conto di quanto previsto dallo Statuto comunale e dal Regolamento per la Disciplina dei Referendum Comunali”. Per il comitato le ragioni con cui viene motivata l’inammissibilità “appaiono pretestuose e infondate”.
Per esempio si dice che “il referendum non possa riguardare il Pgt e le sue relative varianti”, ma nessuno dei firmatari ha mai chiesto di toccare né il Pgt, e, se fosse stata data la possibilità di esprimersi, i cittadini non avrebbero emesso alcun parere su specifici atti approvati in variante urbanistica”, conclude il Comitato.