La sospensione della norma sul redditometro è stata imposta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Scelta che lei stessa, intervistata al Festival di Trento, rivendica, spiegando di aver scelto di agire così per “vedere meglio” la norma sul redditometro che era entrata in vigore con il decreto firmato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
Per Meloni “bisogna ragionare nel merito sulla norma migliore che sia efficace sulla grande evasione, sui fatti intollerabili e per garantire il cittadini”. Tanto più, sembra il ragionamento degli ultimi giorni interni alla maggioranza, se alle porte c’è il voto delle europee: con le elezioni vicine una stretta anti-evasori non sembra piacere a nessuno tra le forze del centrodestra.
Non solo redditometro, cosa dice Meloni sul Superbonus
La presidente del Consiglio parla anche del Superbonus: “Io non ho bisogno di fare cassa, ma di limitare l’emorragia perché i nostri conti non la reggono e non produce quanto promesso, a livello di Pil”. Ciò che il governo sta facendo, prosegue, è “impopolare, ma quando si viaggia a costi di 220 miliardi, come il Pnrr, per ristrutturare il 4% degli immobili, una stretta la devi mettere altrimenti rischi di andare fuori controllo”.
Tornando sul Fisco, Meloni spiega che l’intervento sul redditometro degli scorsi giorni deriva dal fatto che bisogna completare “le norme che regolano” l’accertamento: “Oggi l’autorità può muoversi nell’ambito dell’accertamento sintetico con ampia libertà”. L’importante, però, è evitare che vengano infilati in un provvedimento “misure che vessano il cittadino comune”. Per Meloni serve un “Fisco che vada incontro ai cittadini in difficoltà, che sappia dialogare con i cittadini per dare una mano”.
Ancora, in tema di lavoro, Meloni replica alla segretaria del Pd, Elly Schlein, quando parla di lavoro povero: “Grazie alla segretaria del Pd perché ci ricorda i disastri della sinistra al governo. Io sono fiera che in un anno e mezzo abbiamo fatto ricrescere i salari. Quando siamo arrivati al governo i lavoratori che attendevano il rinnovo del contratto erano il 54% oggi sono il 35%. Noi cercheremo di fare meglio, però le lezioni da chi ha fatto calare dell’1,5% i salari quando era al governo no”.