Sembra passato un secolo da quando Volodymyr Zelensky, spinto dagli alleati e forte delle forniture militari occidentali, ripeteva in lungo e in largo che l’Ucraina avrebbe trionfato sulla Russia di Vladimir Putin. Infatti, da settimane procede l’avanzata sul campo di battaglia da parte delle truppe del Cremlino che ormai quotidianamente conquistano piccole porzioni di territorio incontrando ben poca resistenza e costringendo l’esercito di Kiev a continui ripiegamenti.
Una situazione di cui ha dovuto prendere atto pubblicamente il presidente ucraino, sempre più preoccupato della tenuta del fronte difensivo a causa di ben sei mesi di stop delle forniture militari degli Stati Uniti a causa dell’ostruzionismo del Congresso, spiegando che “i terroristi russi stanno approfittando del fatto che l’Ucraina non dispone ancora di una sufficiente protezione aerea e della capacità affidabile di distruggere i lanciatori terroristici esattamente dove si trovano, vicino ai nostri confini”.
“E questa debolezza non è la nostra debolezza, ma quella del mondo, che già per il terzo anno non osa trattare i terroristi esattamente come meritano”, ha aggiunto Zelensky visibilmente deluso anche per via di Joe Biden che continua a negargli la possibilità di usare armi americane sul territorio russo per via del timore che così l’escalation del conflitto potrebbe diventare realtà.
Zelensky spiega che l’Ucraina rischia il tracollo e chiede agli Usa il permesso per colpire in Russia. Biden è scettico ma Blinken corre in soccorso del leader ucraino
Il problema è che a Washington non tutti sembrano pensarla come il presidente. Da tempo è in corso un dibattito, raccontato anche dal New York Times, in cui sempre più funzionari del Dipartimento di Stato propongono a Biden di dare il via libera per colpire la Russia con le armi che vengono inviate a Kiev. Un pressing costante che sarebbe condotto in prima persona dal segretario di Stato, Antony Blinken, convinto che con l’eventuale ok della Casa Bianca, Zelensky potrebbe costringere Putin a occuparsi anche della difesa dei propri confini anziché essere lasciato libero di pensare alla sola fase d’attacco.
Una convinzione che, secondo il quotidiano americano, starebbe facendo breccia nell’amministrazione Biden al punto che l’ok potrebbe arrivare nei prossimi giorni anche perché il Regno Unito, guidato dal primo ministro Rishi Sunak, ha già preso una decisione analoga. Davanti all’eventualità che cambi la posizione della Casa Bianca, il Cremlino non è rimasto a guardare. Come spiegato dalla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, l’esercito russo condurrà attacchi contro obiettivi occidentali ‘’nel territorio dell’Ucraina e oltre i suoi confini” nel caso in cui verranno impiegate armi Usa o britanniche per colpire in Russia.
In tutto questo caos, a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato Emmanuel Macron che ha effettuato il primo test di lancio di un nuovo missile aria-terra a medio raggio con capacità nucleare, l’Asmpa-R, progettato per essere lanciato da un aereo da caccia Rafale. Un test che sembra essere una diretta risposta alle esercitazioni con armi atomiche tattiche già avviate da Mosca per scoraggiare gli alleati dall’intervenire in Ucraina.