Era il 9 maggio quando la presidente Rai, Marinella Soldi, aveva preso posizione contro l’amministratore delegato Roberto Sergio. “Non credo che il procedimento disciplinare contro Serena Bortone faccia giustizia della vicenda, né tantomeno faccia bene alla Rai”, aveva affermato Soldi, accusando Sergio di aver raccontato “in modo parziale quanto accaduto” in Vigilanza, “non citando aspetti di rilievo”.
Una presa di posizione chiara che sconfessava Sergio in merito alla vicenda della mancata partecipazione di Antonio Scurati a Chesarà…. Chiara almeno fino al testacoda di oggi. Quando la presidente di Viale Mazzini, in audizione in Commissione di Vigilanza, ha affermato che “non possono essere attributi intenti censori al vertice aziendale” sul caso Scurati. Un’affermazione che fa esultare i partiti di maggioranza e indigna quelli di opposizione.
Le reazioni alle parole di Soldi sul caso Scurati
“La presidente ha dichiarato in più occasioni che non c’è stata censura, una doccia fredda per la sinistra che invece sperava di continuare a speculare su una polemica evidentemente montata ad arte”, dichiarano i componenti di FdI nella Commissione Vigilanza Rai.
“La presidente Soldi ha perso un’occasione per dimostrare alla commissione di vigilanza Rai di aver svolto il proprio incarico con equilibrio e garanzia; adesso non si stupisca se in tanti si stanno domandando quali pressioni ha ricevuto in queste settimane, da chi e per quali ragioni?”, si legge in una nota dei componenti dem della Commissione di Vigilanza Rai.
“Dopo aver accusato pubblicamente Rossi e Sergio per la gestione del caso Scurati – spiegano i democratici – la presidente ha oggi ritrattato completamente la sua versione”.
La versione del presidente della Rai
La ricostruzione dei fatti da parte dell’amministratore delegato in Commissione di Vigilanza – ha sottolineato Soldi – è nella sostanza corretta, ma l’audit restituisce un’immagine della vicenda più complessa di come è stata raccontata, con disallineamenti operativi e di comunicazione all’interno della direzione editoriale competente legati a una timeline degli eventi molto precisa ed è questo che mi ha indotto a una presa di posizione pubblica.
“Naturalmente l’audit non può interpretare le intenzioni sottostanti al comportamento, ritengo tuttavia che l’importanza della tempistica andasse evidenziata. In ogni caso tengo a precisare che non possono essere attribuiti intenti censori al vertice aziendale”.
Soldi ha quindi messo in evidenza “un’asimmetria nella contestazione mossa a Serena Bortone e la valutazione delle altre iniziative aziendali per le incongruenze operative e relazionali individuate proprio dall’audit. La violazione della policy aziendale da parte della conduttrice era nota da subito e avrebbe potuto essere contestata nell’immediatezza, ma una volta che era già disponibile un report di audit in bozza che evidenziava incongruenze sarebbe stato preferibile adottare un approccio unitario e affrontare in un unico contesto tutte le criticità emerse dal rapporto di audit”.
“E’ un tema di opportunità. Non voglio entrare in questioni gestionali che competono all’amministratore delegato, ma resta il fatto che l’impatto mediatico di queste scelte ha provocato un’ulteriore strumentalizzazione in una vicenda così sensibile e delicata”.
Polemiche poi in Commissione si sono registrate per l’intervento del senatore di FI, Maurizio Gasparri, che ha mostrato la scaletta del programma Chesarà… con la presenza di Scurati a titolo gratuito. I 5S annunciano un’interrogazione. “Può un membro della vigilanza entrare in possesso di documenti per altri inaccessibili e che in base alle normative aziendali non possono essere diffuse all’esterno?”, chiede il capogruppo 5S in Commissione, Dario Carotenuto.