Secondo un’inchiesta condotta dal collettivo di giornalisti Lighthouse Reports, i finanziamenti dell’Unione Europea vengono utilizzati in alcuni dei Paesi africani beneficiari per operazioni sistematiche di espulsione di rifugiati e migranti nei deserti e nelle aree remote del Marocco, della Mauritania e della Tunisia. Queste pratiche costituiscono gravi violazioni dei diritti umani.
L’inchiesta di Lighthouse Reports in Tunisia, Marocco e Mauritania: i fondi Ue per ridurre le partenze usati anche per operazioni illegali
L’indagine rivela che l’Ue ha inviato centinaia di milioni di euro a questi paesi nordafricani ogni anno per la “gestione della migrazione”, con l’obiettivo di ridurre il numero di persone che cercano di raggiungere l’Europa. Tuttavia, i fondi europei stanno contribuendo a operazioni illegali in cui rifugiati e migranti, molti dei quali diretti verso l’Ue, vengono arrestati in base al colore della loro pelle, caricati su autobus e abbandonati in aree desertiche senza acqua, cibo o assistenza.
Attraverso testimonianze di oltre 50 sopravvissuti, prove video e indagini sul campo, i giornalisti hanno documentato casi di persone lasciate in zone remote, esposte a rischi di rapimento, estorsione, tortura, violenza sessuale e potenzialmente morte. Alcuni vengono addirittura consegnati ai trafficanti di esseri umani e alle bande criminali al confine.
L’inchiesta ha geolocalizzato e verificato 13 incidenti in Tunisia tra luglio 2023 e maggio 2024, in cui gruppi di neri sono stati arrestati nelle città o nei porti e trasportati vicino ai confini libici o algerini, abbandonati o consegnati alle forze di sicurezza libiche. In Marocco, i giornalisti hanno filmato le Forze Ausiliarie paramilitari mentre raccoglievano persone di colore dalle strade di Rabat e le detenevano prima di caricarle su autobus non contrassegnati diretti in aree remote.
In Mauritania, è stato osservato un centro di detenzione nella capitale Nouakchott, dove rifugiati e migranti venivano portati da agenti di polizia spagnoli prima di essere trasferiti con autobus bianchi verso il confine con il Mali, una zona di guerra attiva.
Migranti abbandonati nel deserto
Sebbene i funzionari europei abbiano negato che i fondi vengano utilizzati per violare i diritti umani, l’inchiesta ha ottenuto documenti interni che dimostrano che l’UE era a conoscenza di queste pratiche almeno dal 2019. Un consulente che ha lavorato a progetti finanziati dall’UE ha affermato che l’obiettivo era “rendere difficile la vita dei migranti”.
L’indagine ha anche rivelato che l’UE sta finanziando direttamente le forze ausiliarie paramilitari marocchine coinvolte negli arresti razziali. Analisti e accademici affermano che i legami di finanziamento europei rendono l’UE responsabile di questi abusi secondo il diritto internazionale.