Doveva essere una diretta come tante per raccontare il desolante conflitto nella Striscia di Gaza, invece quella dell’Associated Press rischia di diventare un caso internazionale per via della decisione di Israele di interrompere le riprese e sequestrare le apparecchiature dei giornalisti americani. Secondo quanto dichiarano i funzionari dello Stato ebraico, lo stop è stato deciso perché l’Associated Press avrebbe violare il nuovo divieto su Al Jazeera, l’emittente satellitare del Qatar che figura tra le migliaia di clienti che ricevono feed video in diretta dall’Ap.
“L’Associated Press denuncia nei termini più forti le azioni del governo israeliano volte a chiudere il nostro servizio che mostra Gaza e a sequestrare apparecchiature Ap”. Questa la denuncia di Lauren Easton, vicepresidente delle comunicazioni aziendali, secondo cui “la chiusura non è stata determinata dal contenuto del feed, ma piuttosto da un uso improprio da parte del governo israeliano della nuova legge sulle emittenti straniere del Paese. Chiediamo alle autorità israeliane di restituire le nostre attrezzature e di consentirci di ripristinare immediatamente il nostro feed live in modo da poter continuare a fornire questo importante giornalismo visivo a migliaia di media in tutto il mondo”.
Israele interrompe la diretta da Gaza dell’Associated Press per presunta violazione della legge contro Al Jazeera
Un sequestro che ha causato la reazione degli Stati Uniti secondo cui si tratta di un “episodio inquietante” e che ha scatenato anche le proteste del leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, che si è scagliato contro il ministro delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, scrivendo su X che “la confisca delle attrezzature dell’Ap, la più grande agenzia di stampa del mondo, da parte degli uomini di Shlomo Karhi, è un atto di follia. Non si tratta di al Jazeera, ma di un media americano che ha vinto 53 premi Pulitzer”.
“Questo governo si comporta come se avesse deciso di assicurarsi, a ogni costo, che Israele venga ostracizzato in tutto il mondo”, ha aggiunto Lapid. Parole a cui ha risposto lo stesso Karhi sottolineando che i suoi uomini sono “professionisti dedicati” che rispettano la legge. “A proposito”, ha risposto, “anche se decidi di diventare un freelance per un canale terroristico che mette in pericolo i nostri combattenti e di trasmettere con la tua telecamera le posizioni delle nostre forze, farò in modo che gli ispettori del Ministero delle Comunicazioni ti raggiungano. Vergogna”.