Da un lato, l’avanzata russa che non accenna a rallentare; dall’altro, le difese dell’Ucraina che, rimaste a corto di munizioni, fanno sempre più fatica a intercettare la pioggia di missili lanciati dal Cremlino. In questo scenario, che sembra sorridere a Vladimir Putin, tanto che crescono di ora in ora i timori per la tenuta del fronte difensivo ucraino, il governo di Volodymyr Zelensky ha lanciato un disperato appello agli alleati occidentali affinché, direttamente dal loro territorio, abbattano i missili russi.
“Non c’è nessun argomento legale, di sicurezza o morale che impedisca ai nostri partner di abbattere i missili russi al di sopra del territorio ucraino a partire dai loro territori”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in una conferenza stampa a Kiev con la collega tedesca, Annalena Baerbock. Sempre il ministro di Kiev ha provato a rassicurare gli alleati, riluttanti a mettere in pratica azioni simili perché temono che possano condurre a un’escalation del conflitto, spiegando che i missili sono “pezzi di metallo che trasportano morte dalla Russia verso l’Ucraina. Se non volete abbatterli voi, forniteci tutti i mezzi necessari” così che “li dispiegheremo sul nostro territorio e intercetteremo i missili noi stessi”.
Una soluzione, questa, che sembra ben più digeribile dai Paesi UE, tanto che la Baerbock ha preso la parola dicendosi favorevole all’invio di sistemi antiaerei, spronando gli alleati a darsi da fare visto che “ogni esitazione e ogni ritardo nel sostegno a Kiev costano la vita a degli innocenti, ogni esitazione mette in pericolo la nostra stessa sicurezza”.
Zelensky supplica l’Unione europea di intercettare i missili russi in volo sopra l’Ucraina
Il nervosismo di Zelensky & Co. appare comprensibile alla luce dell’avanzata russa e delle forniture militari occidentali che, seppur riprese dopo una lunga pausa, sono ancora insufficienti per fermare lo zar. Come accade ormai da settimane, la parte più calda del fronte è quella che si registra nella regione di Kharkiv. Una città strategica, vicina al confine con la Russia, su cui ieri si è scatenata la furia dell’esercito di Putin, come spiegato dal governatore della regione, Oleh Synyehubov, secondo cui “il nemico ha attaccato Kharkiv tutta la notte”, causando almeno sette morti.
Di pari passo con l’avanzata russa, continua a crescere anche la tensione con i Paesi dell’Europa dell’Est, in particolare con la Polonia, guidata dal primo ministro Donald Tusk, dove sono state arrestate nove persone con l’accusa di aver compiuto attacchi di sabotaggio ordinati dalla Russia. Sempre più tesi anche i rapporti con l’Ue, che ha dato il via libera definitivo dei 27 Paesi membri, nel corso del Consiglio Affari Generali, all’accordo per l’utilizzo degli extraprofitti dei beni congelati dalla Russia per sostenere l’autodifesa militare dell’Ucraina. Unione europea che, sempre in ottica di diminuire gli incassi di Mosca, come spiegato dal portavoce della Commissione Ue responsabile per le questioni energetiche, Tim McPhie, a fine anno vedrà scadere – senza possibilità di ulteriore rinnovo – l’accordo che permetteva a Italia, Slovacchia, Austria e Ungheria di continuare a comprare gas russo “attraverso il transito dall’Ucraina”.
La proposta di Zelensky scatena l’ira di Putin che annuncia l’avvio di test nucleari al confine
Un boicottaggio della Russia da parte dell’Occidente che ha spinto il Cremlino a rispondere annunciando esercitazioni con armi nucleari tattiche vicino all’Ucraina. Secondo il ministero della Difesa russo i nuovi test serviranno a “mantenere la prontezza delle truppe che utilizzano armi nucleari non strategiche per garantire l’integrità territoriale” e sono state decise” in risposta a dichiarazioni provocatorie e minacce arrivate da alcuni funzionari occidentali”.