Roma, 21 mag. (askanews) – Sciopero nazionale dei taxi con un presidio a Roma in piazza San Silvestro dalle 11 del mattino, dove sono arrivati sindacati e tassisti da tutta Italia. Chiedono al governo regole certe per il settore; aspettano da cinque anni, dicono, i decreti attuativi a completamento della legge del 2019 e, soprattutto, sono preoccupati dalla concorrenza delle multinazionali.Graziano Fantone, delegato Uil Trasporti Taxi della Toscana: “Noi stiamo difendendo il lavoro e gli interessi dell’utenza, perché l’atmosfera di liberalizzazione selvaggia che sta venendo avanti dal ministro Urso, sta mettendo a rischio i posti di lavoro e gli interessi dell’utenza, perché le multinazionali che potrebbero prendere in mano l’intero settore hanno il business da portare a casa, non hanno interesse al mantenimento di servizi pubblici sociali come i taxi”.”Se si va nel libero mercato, i prezzi calmierati che ci sono in tutte le città non ci saranno più, quindi le fasce deboli non si potranno più permettere un trasporto da casa all’ospedale, o da casa all’aeroporto, saranno tariffe mostruose come praticano negli Usa certe applicazioni”.Nel mirino dei tassisti soprattutto Uber: in situazioni di maggior richiesta di taxi, per scioperi o problemi nei trasporti, dicono, l’algoritmo fa lievitare i prezzi a danno dei cittadini.Il coordinatore nazionale Usb Taxi, Riccardo Cacchione: “Chiediamo la riapertura di un dialogo libero dalle influenze di società che fanno speculazione finanziaria e non garanzia del servizio e che il governo si assuma la responsabilità di garantire all’utenza un servizio di un certo tipo e non legato a un algoritmo che tiene conto solo delle esigenze speculative di quelle società”.I tassisti chiedono di incontrare il governo e annunciano che se non saranno ascoltati scenderanno di nuovo in piazza tra pochi giorni.
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