Lo scorso 19 aprile, dopo 7 anni, si era chiuso con il non luogo a procedere il procedimento penale nei confronti dei componenti dell’equipaggio delle ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere accusate dai pm di Trapani di aver stretto accordi con i trafficanti di uomini e di non aver prestato in realtà soccorso ai profughi ma di aver fatto loro da “taxi”, trasbordandoli dalle navi libiche alle quali poi avrebbero permesso di tornare indietro indisturbate.
Trafficanti, depositate le motivazioni del non luogo a procedere nel cosiddetto processo Iuventa che vedeva coinvolte tre Ong
Ora il Gup di Trapani ha depositato le motivazioni della sua sentenza che sanciscono come “la direzione delle condotte” dell’equipaggio della nave Iuventa – non risulta affatto correlata all’ingresso illegale in Italia dei migranti, ma va inquadrata nello specifico contesto delle operazioni di soccorso”. Il giudice sottolinea anche “come l’obbligo di soccorso in mare sia previsto dal diritto consuetudinario internazionale, da numerose convenzioni internazionali e dal diritto interno”.
La sentenza esclude “qualsiasi consegna concordata di migranti tra i trafficanti e le Ong” e anzi definisce “del tutto distoniche” le circostanze portate dall’accusa. Per il giudice la Procura “nella ricostruzione delle singole vicende, aveva talvolta concentrato l’attenzione e valorizzato oltremodo aspetti di portata dimostrativa limitata, senza tenere conto complessivamente di tutti gli elementi disponibili o comunque agevolmente acquisibili, e da dati del tutto incerti e privi di significato univoco aveva sviluppato valutazioni e raggiunto conclusioni presentate come certe”.
Le indagini sui presunti “taxi del mare” sono durate quasi 5 anni e sono costate 3 milioni di euro
Le indagini del cosiddetto caso Iuventa sono durate quasi cinque anni, utilizzando anche un agente sotto copertura. Vennero intercettati molti giornalisti che non erano indagati ma si occupavano spesso di immigrazione: fu un fatto controverso, dato che la sorveglianza telefonica di persone non indagate dovrebbe essere fatta solo in casi rari ed eccezionali. L’indagine è costata circa 3 milioni di euro.