Era il maggio dello scorso anno quando ai presidenti di Camera e Senato il presidente della Repubblica affidò un messaggio diretto a tutto il governo Meloni. Sergio Mattarella in quell’occasione – e lo aveva fatto anche con gli esecutivi precedenti – puntò il dito contro l’abuso di decreti legge, anche quando non se ne intravedano i motivi di urgenza, e contro i provvedimenti omnibus in cui vengono infilate dentro norme disomogenee ed estranee tra loro. Questa malsana moda è particolarmente in voga nell’attuale governo e rischia di acutizzarsi in queste poche settimane che ci separano dalle elezioni europee di giugno. Il motivo è facilmente intuibile. Le destre sperano di portare a casa provvedimenti che consentano loro di racimolare qualche voto in più, elargendo mance soprattutto al loro elettorato di riferimento.
Le destre puntano a racimolare qualche voto in più per le Europee. Il Quirinale segue con attenzione i decreti in gestazione
Ma è di qualche giorno fa la notizia che sono già in corso “interlocuzioni” tra i tecnici di Palazzo Chigi e Quirinale sulle bozze dei decreti legge che sono in preparazione in questi giorni, anzi in queste ore. Nessuno scontro, ma al Quirinale confermano che, come sempre, c’è “doverosamente una costante attenzione alle effettive ragioni di urgenza che sono alla base dei decreti”. Tra i provvedimenti annunciati ufficialmente c’è il cosiddetto ‘mini-condono’. Il progetto di legge, che il leader leghista e ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Matteo Salvini, preferisce chiamare il ‘Salva-Casa’, punta a sanare tutte le difformità di tipo formale che non corrispondono alla planimetria dell’immobile.
Una serie di misure su cui sono insorte le opposizioni
Arriverà venerdì in Consiglio dei ministri e vale circa oltre quattro milioni di voti tanti quante sono le domande di condono ancora pendenti. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha poi promesso da tempo che si farà un decreto per ridurre i tempi delle liste di attesa nella Sanità. Ma per questo ci vogliono più giorni perché sul tema sarebbe ancora in corso un confronto con le Regioni e si sarebbero riscontrati alcuni problemi di copertura. Obiettivo è comunque portarlo a casa prima dell’8 giugno. Tra gli altri provvedimenti in gestazione a Palazzo Chigi c’è quello fortemente voluto dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi, per istituire l’Agenzia per lo sport professionistico. Che potrebbe essere accorpato a un altro decreto: quello di cui parla da giorni il ministero dell’Istruzione di Giuseppe Valditara in cui si affronterebbe, tra l’altro, anche il tema dei corsi di potenziamento per studenti stranieri. E’ atteso inoltre anche un provvedimento ‘salva-infrazioni europee’.
Per ora si tratta di un decreto ancora in stand-by perché in ballo c’è il problema delle concessioni balneari su cui è in corso un braccio di ferro con l’Europa e con i giudici. Con tre sentenze depositate ieri, il Consiglio di Stato ha riaffermato l’illegittimità delle proroghe generalizzate delle concessioni demaniali marittime. Più articolato il fronte della Giustizia dove, oltre ad un decreto sui giudici di pace, è in cantiere da tempo anche un disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati: cavallo di battaglia da sempre di Forza Italia.
La lista dei provvedimenti in gestazione è lunga
Alla riunione governativa di venerdì è previsto l’approdo di un decreto legislativo attuativo della delega fiscale: quello che rivede le sanzioni tributarie, riducendole da un quinto a un terzo ed eliminando quelle ‘maxi’ che arrivano fino al 240%. Chi commette violazioni fiscali pagherà al massimo il 120% di multa. Poi ci sono altre misure spot che sono spuntate in questi giorni come la richiesta della Lega di modificare la legge sulla caccia con l’obiettivo di inserirla nel decreto Agricoltura. Mentre il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato che nel ddl Concorrenza ci sarà una norma che consentirà a bar e ristoranti di tenere i dehors fuori, come avvenuto in pandemia. Sempre spot elettorali sono il rinvio della sugar tax e il bonus befana annunciato di circa 100 euro per i lavoratori dipendenti con reddito inferiore ai 28mila euro.