L’onda lunga dell’inchiesta del Policlinico di Messina, che tra i nove indagati vede l’assessora regionale alla sanità siciliana Giovanna Volo e, soprattutto, il medico ed ex assessore del Pirellone, nonché attuale direttore sanitario di Niguarda, Mario Melazzini, travolge la Lombardia. Fulcro dell’indagine siciliana è il centro clinico privato NeMoSud gestito dalla Fondazione Aurora Onlus, che per i pm avrebbe ottenuto fondi dalla sanità regionale che non avrebbe dovuto avere.
Occhi puntato sul centro Nemo di Niguarda
La ricaduta lombarda riguarda il centro gemello, il NeMo, sempre gestito dalla Fondazione Aurora Onlus, attivo nell’ospedale di Niguarda dal 2008, che offre cura di primissimo livello per le malattie neurogenerative.
Melazzini nominato da Bertolaso
Subito dopo la notizia della chiusura delle indagini nissene, Melazzini ha chiesto e ottenuto un congedo ordinario da Niguarda, quindi non è stato sospeso dai vertici dell’ospedale in via cautelativa, come chiedevano le opposizioni. Tuttavia in molti ora si chiedono se sia stata una mossa avveduta la sua nomina a Niguarda, cioè proprio nell’ospedale che ospita il centro gestito dalla fondazione che Melazzini presiedeva (e per la quale è indagato). Una nomina decisa a dicembre 2023 dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, che in Melazzini ha sempre posto piena fiducia.
Una questione di opportunità politica, amplificata dal fatto che la convenzione per l’affitto degli spazi occupati dal centro NeMo con Niguarda (due piani nel Padiglione 7 del nosocomio) andrà in scadenza a luglio 2024. Quindi, tra alcuni mesi Melazzini, si sarebbe trovato in qualità di direttore sanitario nella scomoda situazione di essere ai vertici di un ospedale che avrebbe dovuto rinegoziare un contratto d’affitto con un centro sanitario privato, nato per opera dello stesso Melazzini.
“Andava sospeso”, l’attacco del Pd Pietro Bussolati
“Sulla nomina di Mario Melazzini Regione Lombardia è stata quanto meno incauta, avevamo segnalato la criticità dovuta al periodo di raffreddamento, a ciò si aggiunge la scelta di nominarlo al Niguarda. Regione ancora oggi pare del tutto immobile nell’intervenire per una sospensione precauzionale che sarebbe doverosa, a farne le spese è il Niguarda”, commenta il consigliere Pd, Piero Bussolati.
Come direttore sanitario le competenze di Melazzini sono prettamente mediche, perché i contratti sono questioni afferenti all’attività del Direttore Generale, Alberto Zoli. Tuttavia è anche vero che Zoli andrà in pensione nel 2025 e nessuno al Pirellone ha mai fatto mistero del fatto che sarebbe stato proprio Melazzini a prenderne il posto.
Di Marco (M5s): “Basta nomine politiche in sanità”
“Le nomine sanitarie non devono essere l’espressione della corrente politica di turno e l’effetto di una logica spartitoria”, fa notare Nicola Di Marco (M5s), “al contrario dovrebbero essere l’emblema della meritocrazia e della trasparenza. Questo principio deve valere a prescindere da quelli che saranno gli esiti del lavoro degli organi inquirenti. Altrimenti i risultati sono quelli di cui ci troviamo a leggere anche oggi. Vicende come questa, alle quali ciclicamente ci troviamo di fronte, sono l’effetto tangibile di un sistema che politicamente contestiamo e continueremo a contestare per le modalità sbagliate, attraverso le quali è impostato a monte».
Quell’affitto da 250.000euro per 9 anni nel Padiglione 7
A rendere la situazione ancora più spinosa, dicevamo, è la convenzione tra NeMo e Niguarda che volge al termine. Il contrato risale a 1° agosto 2015 e prevede che per nove anni, fino al 31 luglio 2024, il centro verserà all’ospedale 225.000 euro d’affitto complessivi, circa 2 mila euro al mese per 1800 mq. Ma, nel corso degli anni, NeMo si è allargato, inglobando nel 2016 ulteriori 611 mq a titolo gratuito, e altri 1340 mq nel 2019 con un canone d’affitto di 22.000 euro l’anno. Prezzi non proprio proibitivi, se si considera che si tratta di un centro medico privato (quindi a pagamento per i pazienti) situato all’interno di una struttura pubblica.
Il periodo di “raffreddamento” a Sondalo
Per una coincidenza del destino, il 30 luglio 2024 è anche la data nella quale finirà il periodo di raffreddamento che sta “scontando” Melazzini, il quale, essendo stato amministratore delegato della clinica Maugeri fino al luglio 2022, non può per due anni dirigere un ospedale pubblico.
Il contratto d’oro all’ospedale di Sondalo
Un raffreddamento che però non gli ha impedito di essere assunto dal 10 febbraio 2022 al dicembre 2023 dall’ospedale di Sondalo (Valtellina) come dirigente medico, con un contratto 15 septies da 110.000 euro l’anno più bonus. Pur di averlo, l’ospedale aveva anche allungato di un mese i termini per la presentazione delle candidature. A Sondalo Melazzini rimarrà solo fino a dicembre scorso, fino a quando, cioè Bertolaso non ha proceduto al giro di nomine negli ospedali milanesi. Allora ha salutato la Valtellina e ha preso servizio a Niguarda. Vicino al suo NeMo.