Il maltempo continua a flagellare Milano e la pioggia che ha continuato a cadere incessante per tutta la giornata di mercoledì ha riproposto il solito copione delle esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro. La vasca di laminazione del primo, messa in funzione dalle 6,30 di ieri, ha evitato fino al pomeriggio le esondazioni nei quartieri Niguarda, Prato Centenaro e Isola, ma quando si è riempita, le acque sono fuoriuscite. Alle 17 l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli ha annunciato l’imminente esondazione.
Ponte Lambro subito sott’acqua
Tuttavia il quartiere più colpito è stato Ponte Lambro, a causa dell’alto livello raggiunto dal fiume già dalla mattinata. Il Lambro è esondato e ha fatto rigurgitare i tombini allagando strade, cantine e box delle case di edilizia residenziale. “A Ponte Lambro abbiamo 170 persone che possono stare qui ma sono senza corrente”, ha detto il sindaco Beppe Sala in serata, “Nel breve si tampona ma il problema è che fino ad oggi abbiamo pensato al Seveso con la vasca di Bresso , però anche il Lambro in questo periodo storico sta diventando una emergenza”.
Allagato il parco di Monza
A Monza, sempre a causa del Lambro, il parco è stato chiuso e diverse auto di un parcheggio sono state sommerse. Numerosi asili e scuole sono stati evacuati. Il sindaco del capoluogo brianzolo, Paolo Pilotto, ha invitato la cittadinanza a non usare l’auto. Centinaia gli interventi eseguiti dal comando provinciale dei Vigili del Fuoco per allagamenti e alberi caduti in tutta la provincia. Tra questi anche, intorno alle 9, il soccorso e il recupero con il nucleo sommozzatori di una persona disabile al quartiere Ponte Lambro.
Trenta bimbi messi in salvo
I 30 bambini, gli insegnanti e personale scolastico della scuola dell’infanzia suor Rufini di Masate, in provincia di Milano, è stata evacuata dai vigili del fuoco in via precauzionale. In tilt la circolazione dei treni sulle linee Varese-Milano-Treviglio, Milano-Lecco e Novara-Milano-Pioltello.
Il maltempo ha riacceso le polemiche nei confronti di palazzo Marino, da destra e da sinistra. “La causa degli allagamenti si chiama cemento e non cambiamenti climatici”, ha scritto in una nota il consigliere comunale verde Carlo Monguzzi, che ha puntato il dito contro “asfalto e cemento dappertutto” e “cattiva manutenzione dei tombini e delle vie di scarico”.
Per il Seveso è tutta colpa della Regione
Responsabilità che pesa, in realtà, in capo alle politiche di Regione Lombardia: le vasche di laminazione sul fiume Seveso, secondo i progetti che risalgono ormai a 15 anni fa, dovrebbero essere 4 a nord di Milano: Senago, Paderno-Dugnano, Lentate sul Seveso e Bresso. Più sei aree golenali nei Comuni di Carimate, Cantù e Vertemate con Minoprio. Di queste solo la vasca di Bresso è pronta e attiva, quella costruita con i fondi del Comune. Le altre tre, la cui progettazione e costruzione è affidata a Regione, latitano tra cantieri fermi, ricorsi al Tar e progettazioni fatte e rifatte.
Il primo studio e le prime progettazioni di Regione Lombardia risalgono al 2011, mentre il finanziamento per circa 150 milioni (cui si aggiungono 10 milioni di Regione e 20 del Comune di Milano), arriva nel 2015.
Secondo gli ultimi dati aggiornati, delle 6 aree golenali previste (518.700 mc di acqua, costo 14 milioni) ne sono operative 2; altre 2 sono al 90% dei lavori (collaudo previsto entro l’estate 2024), una è al 70% (collaudo previsto entro il 2024); per l’ultima i lavori non sono ancora iniziati.Circa la vasca di Lentate sul Seveso(volume laminato 850.000mc, costo 27 milioni) non sarà operativa prima del 2026, bloccata da un metanodotto e da Rfi.
Così l’unico baluardo oggi realmente utilizzabile è la vasca di Milano, la più piccola di quelle previste: per capirci, Senago è 7 volte più capiente.