Un pozzo senza fondo. Sono le carte frutto di 4 anni di indagini sul sistema Toti, che hanno portato il presidente della Liguria ai domiciliari. Un sistema che, sostengono i magistrati, controllava e deviava ogni aspetto della vita economica città. L’ultimo fronte aperto dagli inquirenti è una presunta frode da 1,2 milioni di euro sulle forniture sanitarie durante il periodo Covid.
Toti, la nuova inchiesta sulle mascherine
Il filone di indagine è quello della DDA sul voto di scambio tra la comunità riesina e calabrese e la lista del presidente Giovanni Toti. “Sono state svolte indagini – scrive la Gdf – nei confronti di un’associazione per delinquere, promossa e capeggiata da Y. F. ed E.B. e composta da vari associati e sodali, che, sfruttando l’emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del Covid-19, ha realizzato plurime condotte di illecita commercializzazione di prodotti sanitari, in sfregio anche ad elementari norme di tutela della salute e nell’esclusiva prospettiva di massimizzare i propri illeciti guadagni”.
Riferimento per diventare fornitori delle scuole e dunque della Regione doveva essere Domenico Cianci, re dei condomini di Rapallo e delle preferenze alle regionali del 2020.
Problemi con i permessi in Regione? “Risolviamo subito”, dice Spinelli
E poi c’è la gestione dei rifiuti: se c’era da far passare una pratica, “se manca solo la Regione, la risolviamo subito, problemi non ne abbiamo”, diceva intercettato sul suo yacht Aldo Spinelli all’imprenditore Marco Capra il quale aveva appena acquistato un immobile da 2,8 milioni nel resort di Punta dell’Olmo, un altro affare della famiglia Spinelli che, per gli inquirenti sarebbe stato ‘agevolato’ da Toti.
“Il primo – scrivono gli investigatori – stava per concludere con la Terminal Rinfuse Genova un contratto di esclusiva per l’esportazione di rifiuti di provenienza industriale”. “Nel corso del pranzo – si legge – Capra esponeva alcune problematiche legate all’iter burocratico necessario per le esportazioni, precisando tra l’altro, di ottenere alcune autorizzazioni da parte della Regione Liguria; lo stesso lamentava, inoltre, che dette procedure avrebbero comportato un prolungamento delle tempistiche”. E Spinelli a quel punto affermava: “se manca solo la Regione, la sbrighiamo subito…”. Il giorno dopo Spinelli ne parlerà con l’ex presidente dell’autorità di sistema portuale, Paolo Signorini, dicendo: “adesso quando arriva Toti, vado io da Toti… (…) manca un parer.. un parerino della Regione e… e anche li è un lavoro che prendi venticinque mila euro la tonnellata…”.
Il Rolex di Spinelli per la figlia di Signorini “Ma non è come quello di Ruby…”
Signorini, oltre a Toti, è il grande l’interlocutore di Spinelli. I due si sentono e, soprattutto, Spinelli elargisce a Signorini – che deciderà di dargli una concessione trentennale su una banchina del porto – regali e utilità. Per l’accusa, Signorini ha ricevuto da Spinelli in cambio di pratiche pilotate e favori per i suoi affari attorno al porto, anche il pagamento di una parte della festa di matrimonio di sua figlia. E un orologio Rolex per la figlia. Ma assicura, non un Rolex come quello dato da Silvio a Ruby, da 50.000 euro…
“Un Rolex da 50mila euro” come quello regalato a Ruby, “no, ma un regalo da 3200 euro lo può fare chiunque”, dice Spinelli intercettato a Signorini. Il 14 luglio 2022, Signorini spiega all’imprenditore di “avere un ‘buco’ da 3800 euro e io questi soldi non li ho più!”. “Non c’è problema Paolo, è un regalo che faccio a tua figlia… Che discorso è? È mica un problema quello eh!..”, assicura Spinelli. E Signorini: “Adesso ti faccio una domanda (…) ma se ti dicessero ‘lo faresti a Toti?’. L’imprenditore replica: “e beh ma se fa… se si sposa sicuro che glielo faccio! Si sposa tua figlia le faccio il regalo micaaa”.
A Toti anche i finanziamenti dalla sanità privata
Ma oltre al porto, l’altro mare dal quale, per i pm, Toti & Soci pescavano i finanziamenti per la Fondazione Change era la sanità. Su questo versante, gli inquirenti, sarebbero seguendo due i filoni d’indagine: uno relativo ai vaccini Covid e uno che riguarda invece presunti finanziamenti illeciti a Toti provenienti da grandi imprenditori della sanità privata.
Per quanto riguarda il primo filone, Toti e l’ex capo di gabinetto Matteo Cozzani, sono indagati per falso, per aver fornito numeri gonfiati alla struttura commissariale del generale Figliuolo per ottenere più vaccini. Il secondo filone verte invece sui finanziamenti che imprenditori della sanità avrebbero elargito ai comitati elettorali di Toti. Manovre legittime, ma il sospetto è che in cambio di questi finanziamenti siano arrivati contratti e convenzioni.
Non solo Toti, tutti davanti al Gip. Spinelli: “Ho detto tutto, tutto, tutto…”
Intanto ieri giornata di interrogatori per il Gip Paola Faggioni, che tra gli altri, ha sentito anche Spinelli. “Ho detto tutto, tutto…”, ha dichiarato dopo due ore di interrogatorio di garanzia, durante il quale ha confermato di aver risposto alle domande degli inquirenti e di voler tornare in libertà (“penso di meritarmelo”). “Sono tranquillissimo”, ha aggiunto. E due ore è durato anche l’interrogatorio del figlio di Spinelli, Roberto, anch’egli indagato per corruzione, che avrebbe risposto al giudice. Al termine il suo avvocato ha annunciato che chiederà che venga meno la misura cautelare dell’interdizione dallo svolgere l’attività professionale. Faggioli ha poi sentito ex consigliere di amministrazione di Esselunga Francesco Moncada, assistito dalla sua legale, l’ex ministra Severino, accusato di corruzione. In tribunale anche l’imprenditore portuale Mauro Vianello. Per lui l’accusa è di aver corrotto Signorini.