A Gaza la situazione umanitaria si aggrava di ora in ora mentre proseguono gli attacchi delle forze di Israele su Rafah e altri obiettivi di Hamas. Al momento il bilancio è di circa 35mila civili morti dal 7 ottobre. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha ribadito ieri le sue preoccupazioni per una potenziale offensiva militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in una telefonata con il ministro della difesa dello Stato ebraico, Yoav Gallant.
Blinken preoccupato per un’eventuale offensiva militare a Rafah. Per il Segretario di Stato Usa Israele a Gaza ha ucciso più civili che terroristi
Blinken “ha riaffermato l’opposizione degli Stati Uniti ad un’importante operazione militare di terra a Rafah”, secondo quanto riferito dal dipartimento di Stato. Il capo della diplomazia di Washington ha anche sottolineato l’urgente necessità di proteggere i civili e gli operatori umanitari a Gaza, ha aggiunto il dipartimento Usa. Parlando alla Cbs, il Segretario di Stato ha detto che gli Stati Uniti credono che Israele abbia ucciso più civili che terroristi di Hamas durante la guerra a Gaza. E ha aggiungo che Israele deve fare di più per mitigare le morti civili.
Nel frattempo, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan “ha ribadito le preoccupazioni di lunga data del presidente Biden sulla possibilità di un’importante operazione militare di terra a Rafah”, in una chiamata con la sua controparte israeliana, ha reso noto la Casa Bianca. Sullivan ha discusso con Tzachi Hanegbi le alternative all’invasione della città “per garantire la sconfitta di Hamas ovunque a Gaza”. “Il signor Hanegbi ha confermato che Israele sta prendendo in considerazione le preoccupazioni degli Stati Uniti”, ha precisato la presidenza statunitense, secondo la quale Sullivan e Hanegbi avrebbero concordato di organizzare presto un incontro di persona tra funzionari statunitensi e israeliani per discutere di Rafah e di altre questioni.
Per Tel Aviv la guerra “modellerà le vite degli israeliani per i decenni a venire”
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato oggi che l’attuale guerra contro i movimenti estremisti palestinesi nella Striscia di Gaza “modellerà le vite degli israeliani per i decenni a venire”. “Questa è una guerra che continuerà finché non restituiremo i nostri ostaggi, smantelleremo il dominio di Hamas e le sue capacità militari, e ripristineremo la prosperità e la creazione nello Stato di Israele e il sorriso sui volti dei suoi cittadini”, ha detto Gallant, partecipando a una cerimonia per la Giornata della Memoria al Monte Herzl.
Vittime e feriti nel campo profughi di Jabaliya
Nel frattempo diverse persone sono state uccise o sono rimaste ferite in una serie di attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza, durante la notte. Lo hanno riferito residenti e fonti mediche citate dal Guardian. Secondo le fonti sanitarie locali, non sarebbe stato possibile inviare soccorsi in alcune delle aree colpite a causa dell’intensità del bombardamento israeliano. Ma le stesse fonti avrebbe confermato le notizie di vittime. Carri armati israeliani, sotto la copertura di un pesante fuoco aereo e terrestre, sono entrati questa mattina all’interno di Jabaliya, secondo i residenti e i media locali. I tank starebbero avanzando verso il cuore del campo, il più grande degli otto storici campi profughi di Gaza e sarebbero stati esplosi numerosi colpi che avrebbero distrutto alcune case. Ieri l’esercito aveva dichiarato di avere lanciato una nuova offensiva contro Hamas a Jabaliya, dopo aver identificato dei membri del gruppo estremista palestinese in questa località della Striscia.
Nella notte l’Idf ha condotto attacchi aerei sui quartieri orientali della città di Rafah utilizzando anche i droni per prendere di mira i veicoli della polizia di Hamas. Sono stati segnalati attacchi aerei notturni anche nel quartiere Shejaiya di Gaza City, nella Striscia settentrionale, che avrebbero causato almeno una vittima e altre vittime.
Ministero sanità Gaza: “Sistema a poche ore dal collasso completo”
Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, gestito da Hamas, ha avvertito dell’imminente collasso del sistema sanitario a causa della mancanza di forniture di carburante a causa dei continui bombardamenti da parte di Israele. “Siamo a poche ore dal collasso completo del sistema sanitario nella Striscia di Gaza a causa della mancanza di forniture del carburante necessario per far funzionare i generatori negli ospedali, le ambulanze e il trasporto degli operatori sanitari”, ha affermato il ministero in una nota.
Netanyahu: “Siamo noi, Israele, o loro, i mostri di Hamas”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervenendo al Memorial Day presso il cimitero militare di Mount Herzl a Gerusalemme e ammonisce: “Siamo noi, Israele, o loro, i mostri di Hamas”. La campagna a Gaza, dice, è una scelta tra libertà e prosperità, contro disperazione, omicidio e violenza. “Siamo determinati a vincere questa lotta”, aggiunge Netanyahu parlando a una folla di ministri, capi rabbini, capo di stato maggiore dell’Idf, diplomatici e famiglie in lutto. “Raggiungeremo l’obiettivo della vittoria, innanzitutto, riportando a casa tutti i nostri ostaggi”, promette Netanyahu. Dice che l’unità è la chiave della guerra, che a suo dire è la continuazione della guerra d’indipendenza di Israele. “Solo insieme vinceremo”.
Unrwa: circa 360.000 persone sono già fuggite da Rafah
Secondo la principale agenzia di soccorso delle Nazioni Unite a Gaza (Unrwa), circa 360.000 persone sono fuggite da Rafah, la città più meridionale della Striscia, la scorsa settimana. I palestinesi, secondo quanto spiegato, starebbero uscendo da questa località al confine con l’Egitto, a seguito delle richieste di evacuazione avanzate da Israele, in vista di una grande offensiva di terra. Secondo l’Unrwa, solo nella giornata di ieri sono fuggite almeno 60.000 persone.
“Nel frattempo, nel nord di Gaza, i bombardamenti e altri ordini di evacuazione hanno creato ulteriori sfollamenti e paura per migliaia di famiglie. Non c’è nessun posto dove andare. Non c’è sicurezza senza un cessate il fuoco”, ha reso noto l’Unrwa su X. Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, aveva avvertito nelle scorse ore che la maggior parte delle persone nella Striscia di gaza si è già spostata in media una volta al mese per evitare i bombardamenti israeliani. “Le affermazioni su ‘zone sicure’ sono false e fuorvianti. Nessun posto è sicuro a gaza. Punto”, ha detto Lazzarini.