“Oggi ho ricevuto moltissimi messaggi, privati, a commento di una mia intervista su La Stampa. Avevano un termine in comune: coraggio. La cosa non mi ha fatto alcun piacere, anzi mi ha preoccupato: se una banale manifestazione di libero pensiero viene considerata coraggio da tutti, allora significa che non siamo una democrazia compiuta. Coraggio è quello che ha portato le persone a schierarsi contro i regimi, non un ragionamento politico messo in campo da un ministro. Quasi tutti i messaggi finivano con un invito a pensare a me, a fare attenzione. Due citavano anche i miei cari o familiari: guarda cosa hanno fatto alla famiglia di Renzi, mi ha scritto un ex magistrato”. Lo afferma il ministro della Difesa, Guido Crosetto su X.
“Io invece non mi sento coraggioso – aggiunge – perché mi rifiuto di credere che ci siano gruppi di persone della magistratura che potrebbero raggiungere un livello così basso e, considerandomi un nemico da combattere solo perché esprimo idee ed invito a riflettere, provassero ad inventare qualcosa per farmi male. Dico inventare perché purtroppo per loro sono fuori da anni dal potere e dalla politica, non mi sono presentato ad elezioni e quindi non ho nemmeno avuto bisogno di contributi regolari, perché ho guadagnato molto, da privato, sempre alla luce del sole e perché, per fortuna i ministri hanno potere di indirizzo e controllo e non amministrano direttamente. Se ci fosse pertanto questo tentativo, il problema non sarebbe mio ma dell’Italia e della democrazia”.
Crosetto shock sui social
“L’incontinenza verbale del ministro della Difesa non ha più limiti e appare sempre più incompatibile con il delicato ruolo che ricopre. Le sue dichiarazioni hanno il suono dell’attacco a un potere dello Stato. Imbarazzante e inquietante un ministro che entra nel merito di una indagine in corso, decidendo cosa sia lecito e cosa no. Alla magistratura, il governo dovrebbe dimostrare leale collaborazione istituzionale. Per la Presidente del consiglio va tutto bene?” Lo afferma in una nota Debora Serracchiani responsabile Giustizia nella segreteria Pd.