L’ostaggio Nadav Popplewell è “morto per le ferite riportate durante un raid israeliano” più di un mese fa. Ad annunciarlo, sabato pomeriggio, un video diffuso da Hamas. “Le sue condizioni – ha detto Abu Obeida, portavoce delle Brigate Qassam – sono deteriorate e non è stato possibile curarlo negli ospedali a causa delle distruzioni degli ospedali a Gaza da parte del nemico”.
La macabra pressione di Hamas sui parenti dei rapiti che torneranno in piazza
Poche ore prima, la stessa Hamas, aveva diffuso un brevissimo video di Popplewell – che è anche cittadino britannico – accompagnato da un punto interrogativo. Una clip di 10 secondi. Una macabra guerra psicologica, visto che sabato sera a Tel Aviv torneranno in piazza le famiglie degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, per chiedere un accordo per il loro rilascio. La protesta si incentrerà sui 38 rapiti dichiarati morti in prigionia a Gaza, visto che la manifestazione si svolgerà alla vigilia del Giorno nazionale dei caduti che si celebra in Israele a partire da domenica sera e che precede la Festa dell’Indipendenza nazionale.
La dimostrazione – hanno spiegato le famiglie – intende onorare la memoria degli ostaggi uccisi da Hamas e i cui corpi sono trattenuti nella Striscia. Lo slogan scelto è ‘Riportate a casa i vivi e i morti’. Secondo i dati ufficiali annunciati in vista del Giorno dei caduti dallo scorso anno sono 1594 gli israeliani, tra civili e soldati, uccisi in guerra o dal terrorismo: l’anno più mortale da 5 decenni. Tra gli oratori che interverranno – secondo gli organizzatori – ci sarà anche il filosofo francese Bernard-Henri Levy.
Il (non) capolavoro di Tajani che giustifica l’astensione all’Onu
Intanto in Italia non si placano le polemiche sul ministro degli Esteri Antonio Tajani per l’astensione scelta nella votazione all’Onu sul riconoscimento della Palestina. “Guidiamo il G7 e quindi abbiamo assunto una posizione di grande equilibrio con i Paesi che ne fanno parte”, ha detto arrivando a Napoli per il forum nazionale della Piccola industria di Confindustria. “Qualcuno ha votato no – ha aggiunto il vicepremier – qualcuno ha votato sì, la maggioranza si è astenuta. Abbiamo ritenuto di astenerci sapendo che il testo, che non è vincolante, sarebbe stato approvato. Restiamo convinti che lo Stato palestinese debba essere riconosciuto dallo Stato di Israele e lo stesso devono fare i palestinesi con lo Stato di Israele: due popoli e due Stati, questa resta la nostra posizione e non cambia”.