Li chiamano “Pony Express”. In realtà sono lavoratori veri e propri della STMicroelectronics, precari a tempo indeterminato (l’ossimoro già dice tutto), che la multinazionale da 4,5 miliardi di fatturato annuo utilizza, fino a quando non si ammalano. Allora li lascia a casa. STMicroelectronics produce microchip e in Italia impiega circa 13mila lavoratori tra gli stabilimenti di Agrate Brianza e Catania.
Nelle cifre ufficiali non compare, però, questa settantina di lavoratori, tutti precari in “staff leasing” (formalmente sono assunti a tempo indeterminato da Adecco e poi “girati” a Stm), alcuni anche da 8 anni, impiegati nello stabilimento di Agrate. A denunciare la loro condizione, un reportage di Sindacato.Tv, web tv della Uil regionale Lombardia, che La Notizia ha potuto visionare in anteprima.
Precari che spingono carrelli per decine di chilometri ogni giorno
“Tutti lavorano spingendo un carrello dove c’è una targhetta con su scritto pony express. Trovo che sia discriminatorio” – racconta con amarezza Simona Cavarra, delegata nella Rsu della Uilm dello stabilimento. E cosa facciano con questi carrelli viene spiegato da un altro delegato Uilm, Gianluca Sogno: “Spostano all’interno dello stabilimento i nostri microchip e sono fondamentali per il processo produttivo”. Il guaio è che non si tratta di spostamenti come altri. “I pony devono camminare, spingere i carrelli per 8 ore al giorno, caricare e scaricare i carrelli ogni volta – incalza Vittorio Sarti, segretario generale Uilm Lombardia -. È un movimento ripetitivo, le scatole pesano ciascuna sui 3/4 chili, camminano anche per 15/20 km al giorno e questo va a nuocere sulle articolazioni, sui muscoli”.
Se ti ammali, ti licenzio
“Sembra una volontà di dire che, dove c’è una situazione di pericolo e di grande fatica, io prendo lavoratori esterni di proposito”, attacca Massimiliano Turano, segretario generale della UilTemp Lombardia. E aggiunge: “Guarda caso, se si ammalano a casa o al lavoro vengono messi alla porta”. E se vengono licenziati, tornano in forza all’Adecco, ma con lo stipendio dimezzato. La malattia, tra i somministrati è un’ossessione: “Mi ha detto che le malattie di noi pony sono tante e molta gente resterà a casa per questo motivo”, scrive in una chat un lavoratore. E ancora: “Mi è venuta un’ansia terribile che mi lascino a casa. Infatti io volevo tornare al lavoro, ma il mio medico dice che sarebbe stato peggio”, denuncia un’altra, preoccupata perché ha presentato un certificato di malattia.
Un clima di terrore
Cavarra spiega: “È un clima di terrore, questi lavoratori non possono fermarsi per dire che fa male loro la schiena, per paura di essere segnalati. Ne ho visti sparire tanti in questi anni”. Il clima si rispecchia nella paura della visita medica, nelle domande spaventate di questi precari, come la lavoratrice che chiede: “Ma possono lasciarmi a casa per infortunio?”. E un altro di rimbalzo: “A oggi li motivo del mio licenziamento è: ho fatto malattia certificata l’anno scorso”.
Tutto legale, è lo staff leasing, baby
“Tutto questo purtroppo è legale”, commenta il Segretario Generale Uil Lombardia Enrico Vizza, “il sistema dello staff leasing permette tutto questo, come ha permesso a STM per anni addirittura di non accettare nessuno cv dai pony, quando si aprivano delle posizioni in azienda”. Adesso un accordo aziendale sottoscritto solo da Fiom e Fim prevede che un 20% delle nuove assunzioni arrivi dai nuovi precari, un accordo non firmato dalla Uilm.
Sarti fa notare con amarezza: “Per Agrate il numero dei precari ufficiali da assumere è zero. Perché nulla è stato specificato nell’accordo per questo stabilimento e il 20% di zero, rimane zero”. La Notizia ha provato a contattare la responsabile delle relazioni con i media di STM per avere un commento dell’azienda, ma non è arrivata alcuna risposta.