Incassata la quinta rielezione come presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin continua a mostrare i muscoli e a spaventare l’Occidente. L’ultima esibizione di forza, più dei raid con cui l’aviazione del Cremlino sta continuando a martellare l’intera Ucraina di Volodymyr Zelensky, è stata la Parata della Vittoria sulla Piazza Rossa di Mosca, in cui si è celebrato il 79esimo anniversario della vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale. Un evento molto sentito in Russia, al quale hanno partecipato oltre 9mila militari, al termine del quale lo Zar ha tenuto il suo canonico discorso, facendo il punto sulla situazione e spiegando che le forze nucleari del Paese sono sempre pronte all’azione.
“Non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le nostre forze strategiche sono sempre in allerta”, ha tuonato il presidente russo, aggiungendo tuttavia che la Russia farà tutto il possibile per prevenire “uno scontro globale”. Malgrado le rassicurazioni, resta il fatto che le parole di Putin appaiono come un avviso all’Occidente. Del resto, è lo stesso leader del Cremlino che poco dopo, riferendosi agli Stati Uniti di Joe Biden e alla Nato di Jens Stoltenberg, ha fatto capire che le sue sono parole da prendere in seria considerazione: “La Russia respinge le pretese di eccezionalità di qualsiasi Stato o alleanza. Sappiamo a cosa conducono tali ambizioni irragionevoli, ossia alla guerra”.
Putin avvisa l’occidente
Com’è facilmente intuibile, la parata militare e le conseguenti parole di Putin sono una risposta alle provocazioni che provengono dall’Europa in merito al possibile invio di truppe in Ucraina. Una linea rossa che prima il leader francese Emmanuel Macron e dopo il premier della Lituania Ingrida Simonyte hanno messo in discussione, paventando un intervento diretto che potrebbe scattare in caso di crollo del fronte difensivo di Zelensky. A dirlo molto chiaramente è stato il vice ministro degli Esteri russo, Serghei Ryabkov, secondo cui “la Russia ha avvisato i Paesi occidentali che la loro politica di escalation” pone a Mosca la necessità di “rafforzare le misure di deterrenza nucleare”.
“Non ci sono al momento cambiamenti” nella dottrina nucleare della Russia, ha detto il diplomatico. Tuttavia, ha aggiunto che di fronte “al contesto internazionale in forte mutamento”, le autorità di Mosca analizzano costantemente “la corrispondenza tra i documenti di base riguardanti il tema” della deterrenza nucleare “e la necessità di garantire la sicurezza” del Paese.
Parole di fuoco dell’Ue contro Putin
Davanti a queste tensioni, l’Unione europea continua a giocare una partita estremamente pericolosa. Infatti, poco dopo le dichiarazioni di Putin, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel corso delle celebrazioni a Vilnius della Giornata dell’Europa, ha usato parole tutt’altro che concilianti, affermando che “per molti anni la Lituania ha messo in guardia l’Europa sul pericolo costituito dalla Russia. Dopo il 2014, ci dicevate che Vladimir Putin semplicemente non si sarebbe fermato. E l’Europa avrebbe dovuto ascoltare. Ci è voluto troppo tempo per renderci conto della minaccia di Putin”.
“Ma oggi la nostra Unione è fermamente al vostro fianco, a favore della libertà e contro l’aggressione. Quando avete deciso di liberarvi dal ricatto energetico della Russia, la nostra Unione è intervenuta, con finanziamenti senza precedenti per l’energia pulita, lo stoccaggio e le interconnessioni” ha aggiunto von der Leyen, spiegando che “l’Europa è rimasta unita e insieme abbiamo affrontato la crisi. E ora stiamo unendo nuovamente le forze per rilanciare la nostra industria della difesa”.