Un muro di gomma, che neanche davanti ad evidenze schiaccianti, continua a difendere l’indifendibile. È quello eretto dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, chiamato ieri a spiegare in Consiglio Regionale come sia stato possibile che una fonte anonima abbia potuto “indovinare” i sette vincitori delle mobilità interne indette dal Policlinico di Milano, prima ancora che le stesse mobilità fossero rese pubbliche, come denunciato dall’inchiesta de La Notizia…
I vincitori annunciati vengono tutti dalla stessa Asst
Doveva anche rispondere alla domanda se per lui è normale che i vincitori provengano tutti dalla stessa Asst, I Santi Paolo e Carlo. E se, ancora, non trovasse singolare la coincidenza che fino al 31 dicembre 2023 a dirigere l’Asst I Santi fosse il dottor Matteo Stocco, il quale dal 1° gennaio 2024 dirige il Policlinico. Un manager che Bertolaso conosce bene, Stocco, visto che lo ha nominato lui al Policlinico e che è il manager per il quale ha lavorato sua figlia, vincitrice di un concorso pubblico proprio ai Santi.
Per Bertolaso è tutto normale
In una Regione “normale”, se una fonte anonima invia Pec contenenti sette nomi di vincitori di concorsi non ancora indetti, azzeccandoli tutti, dovrebbero suonare i campanelli d’allarme e scattare controlli. Ma non in Regione Lombardia. Per i vertici del Pirellone – cioè per Bertolaso, che però non era in aula, perché impegnato in un tour europeo a caccia di infermieri e medici da portare in Lombardia – è tutto normale.
Nuovi particolari: i vincitori sono 8 e non sette (tutti provenienti dai Santi)
Lo si evince dal documento dell’assessore letto ieri in aula per rispondere all’interrogazione della consigliera Pd, Carmela Rozza, destinataria delle Pec con i vincitori. Una risposta che non solo non spiega l’accaduto, ma che – e qui siamo al paradosso – aggrava la situazione. Infatti nella risposta si dice che non sono sette i dipendenti della Asst I Santi ad aver vinto i concorsi interni indetti dal Policlinico, bensì otto!
Il contratto d’oro per la sindacalista della Fp-Cgil
Inoltre, con la sua ricostruzione Bertolaso ha anche aperto un altro fronte di contestazione: per l’assessore, infatti, tutte le mobilità si sarebbero svolte a norma di legge, in base cioè all’art. 30 del Dl 165 del 2001. Tuttavia quell’articolo al secondo comma, prevede che prima che le mobilità siano indette, ogni ente deve pubblicare un bando di validità annuale, col quale rende note le proprie esigenze d’organico (proprio per “rendere più trasparente l’istituto della mobilità”). Ma sul sito del Policlinico non risulta alcun bando con il fabbisogno di organico.
Bertolaso non spiega neanche perché il Policlinico abbia concesso un contratto ex 15 septies (contratto che la PA riserva a figure professionali di altissima specializzazione, poiché prevede l’assunzione senza concorso) alla delegata sindacale della FP-Cgil Mimma Sternativo, un’infermiera, invece di pescare dalla graduatoria del Policlinico risalente a novembre 2023 e tutt’ora valida.
L’attacco di Rozza: “Per fare carriera bisogna basta essere graditi al direttore generale”
E’ alla luce di tutto ciò, che Rozza afferma che al Policlinico “per far carriera non servono titoli o concorsi, basta essere graditi al direttore generale”. “Mi pare evidente si ponga un tema di trasparenza, di merito e di opportunità”, sottolinea, “Bertolaso non può continuare a sottrarsi al confronto o nascondersi dietro difese d’ufficio. Ma deve spiegare perché, in una regione dove mancano 10mila infermieri, si organizzano missioni di reclutamento oltreoceano, ma non si investe sui percorsi e sulle carriere dei professionisti che già operano nei nostri ospedali. Deve chiarire perché un giovane medico o un giovane infermiere devono volere accedere alla professione presso le nostre strutture sanitarie, sapendo che non conta il merito, ma la fidelizzazione a uno o all’altro dirigente. Noi dobbiamo valorizzare e promuovere i nostri talenti, far fare carriera a chi è più capace, offrire opportunità, non umiliare le persone e il lavoro”.