Sembrava finita in un cassetto e invece l’inchiesta sul presunto scandalo plusvalenze a carico dell’As Roma torna alla ribalta della cronaca. Nel mirino dei magistrati c’è la vecchia gestione del club, facente riferimento al manager statunitense James Pallotta, che ora rischia di finire sotto processo nella Capitale in relazione ad una serie di plusvalenze sospette.
Secondo quanto si è appreso la conclusione delle indagini, che è stata formalizzata ai difensori nelle ultime ore, non chiama in causa l’attuale assetto proprietario della squadra, con al vertice Dan e Ryan Friedkin, che sono risultati del tutto estranei ai fatti e per questo è stata chiesta l’archiviazione delle rispettive posizioni. Gli inquirenti chiamano in causa, tra gli altri, anche il professionista Mauro Baldissoni. Nell’aprile scorso furono effettuate dalla Guardia di finanza una serie di acquisizioni documentali in sedi riferibili alla società giallorossa ed in alcuni studi professionali.
Scandalo plusvalenze all’As Roma, nel mirino la vecchia gestione
Sotto accusa gli amministratori della Roma calcio che gestirono la società giallorossa tra il 2017 ed il 2021. La Procura della Capitale, in una nota, spiega di ritenere che la società di Trigoria avrebbe realizzato nel corso degli anni “una serie di plusvalenze fittizie mediante operazioni di scambio di giocatori che venivano apparentemente realizzate come separate operazioni di acquisto e vendita e quindi contabilizzate, in violazione del principio contabile”.
Rispetto alla richiesta di archiviazione dell’attuale management, gli inquirenti spiegano che trova fondamento nel fatto “che nel periodo successivo al 2021, anno di acquisizione della società da parte degli attuali proprietari, non risultano più effettuate operazioni del tipo di quelle oggetto di contestazione, mentre le ricadute delle operazioni precedenti sui bilanci successivi non hanno determinato conseguenze rilevanti sulla attendibilità dei risultati di bilancio e della situazione patrimoniale della società”.