Tajani dice che l’Italia non manderà soldati in Ucraina perché “non siamo in guerra coi russi”. Ma come possiamo fidarci di un ministro che crede che la Russia confini con l’Afghanistan?
Elda Buriani
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Gentile lettrice, è vero, Tajani ha parlato di “islamici annidati in Russia al confine con l’Afghanistan” e il giorno successivo ha ribadito che “in Caucaso c’è una minoranza inquieta al confine con l’Afghanistan”. Mosca e Caucaso in effetti distano 3mila km dall’Afghanistan. Ma deve essere un errore degli atlanti geografici. Infatti nella prossima edizione corretta del De Agostini ci sarà un rimpasto e Mosca confinerà con Kabul. Eh, quando si parla di geografia, le menti dei leader di destra s’illuminano come lampadine prima di bruciarsi. È la famosa egemonia subculturale. Alla Meloni chiesero quando fosse stata l’ultima volta in Inghilterra e rispose: “Di recente sono stata a Dublino e in Scozia”. Né Dublino né la Scozia sono in Inghilterra. Sangiuliano rimpiange “Londra, la mia Times Square”, piazza che però si trova giusto a New York. E poi c’è il famoso esploratore Mark Livingstone Marsilio, che scoprì i tre mari d’Abruzzo, di cui due ci erano ignoti. Stendo un velo pietoso su Di Maio (Pinochet dittatore venezuelano, Libano scambiato per Libia, etc.) e ricordo il famoso poliglotta Angelino Alfano. Da ministro degli Esteri arrivò a una riunione dell’Ue con imbarazzante ritardo e si scusò dando la colpa a una turbolenza incontrata in volo. Indicò l’orologio da polso, alzò una mano per simulare l’aereo, emise l’onomatopea “Brrr” (rumore del motore) e poi spiegò: “Bum bum bang bang”. Chiarissimo.
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