Nel 2023 le rinnovabili sono cresciute in Italia come mai prima d’ora. Sono arrivate a soddisfare il 43,8% della domanda di energia, un dato oltre la media Ue. Eppure non basta. E anche se la crescita continuasse a questo ritmo non riusciremmo a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Ue per il 2030.
I dati forniti da Terna parlano di una capacità rinnovabile installata in crescita di 6 Gigawatt nel 2023, superiore di 2,7 Gw a quella dell’anno precedente. Ma, come detto, non basta: servirebbero almeno 9 Gw in più l’anno fino al 2030. Per raggiungere il 70% di energia tramite fonti rinnovabili – ovvero l’obiettivo fissato in Ue e da raggiungere in altri sei anni – la crescita dovrebbe essere del 17% l’anno, mentre oggi si ferma al 13%.
Rinnovabili, i problemi dell’Italia
C’è anche un altro elemento da tenere in considerazione: la crescita può persino rallentare. Anche perché il governo e alcune Regioni non sembrano volerci puntare. Anzi, c’è chi – come il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e la Regione Lombardia – vorrebbe introdurre una moratoria per le nuove concessioni di impianti eolici e fotovoltaici per opporsi al consumo di suolo che può essere impegnato in attività agricole.
Non solo, perché un altro limite italiano è dato dal fatto che il 90% delle nuove installazioni consiste in piccoli impianti solari per l’autoconsumo. Insomma, quasi sempre parliamo di piccoli pannelli solari installati sui tetti delle case o sui capannoni.
E non va diversamente per l’energia eolica, con i siti più ventosi nell’entroterra che ormai sono stati occupati. Ora bisognerebbe, invece, puntare sull’installazione al largo delle coste, su cui si va ancora a rilento. In più, a tutto questo si aggiunge il fatto che l’Italia continua a puntare poco sulle rinnovabili, con obiettivi per il futuro ben poco ambiziosi, spesso anche più che dimezzati rispetto ad altri grandi Paesi come Germania e Regno Unito.