La Camorra avrebbe messo le mani sulle elezioni comunali di Cercola, nel napoletano. A lasciarlo intendere è l’operazione dei carabinieri della compagnia di Torre Del Greco, in provincia di Napoli, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di sei persone che sono finite in carcere e di un’altra che è stata messa ai domiciliari.
Gli indagati, secondo la Procura di Napoli, guidata dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, sono ritenuti “gravemente indiziati di scambio elettorale politico-mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e di detenzione e porto in luogo pubblico di armi, delitti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare i clan Fusco-Ponticelli e De Micco-De Martino“.
La Camorra mette le mani sulle elezioni comunali di Cercola
Dall’indagine, rivelano gli investigatori, è emerso che gli indagati si facevano pagare trenta euro a voto per la prima tornata elettorale e venti per il ballottaggio. Un vero e proprio tariffario per la compravendita delle preferenze a Cercola che sarebbe stato utilizzato per condizionare le tornate elettorali così da far vincere, senza grandi problemi e preoccupazioni, i candidati ritenuti graditi ai clan.
L’indagine, guidata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia Henry John Woodcock e Stefano Capuano, ha fatto luce su una sterminata serie di episodi di voto di scambio. Fatti, questi, che sono finiti all’interno del maxi fascicolo che, sempre stando a quanto trapela, sarebbe stato aperto da diversi mesi.
Tra gli arrestati ci sono la figlia di un boss ergastolano, all’epoca dei fatti rappresentante di lista, una candidata legata da vincoli di parentela al clan De Micco, suo fratello, consigliere in una municipalità di Napoli, e anche loro padre. Stando a quanto trapela l’indagine riguarderebbe le elezioni amministrative del 14 e 15 maggio 2023 e il successivo ballottaggio del 25 e 26 maggio dello stesso anno.