L’occupazione cresce grazie alla fine del Reddito di cittadinanza, secondo la ministra del Lavoro, Marina Calderone. Intervistata dal Messaggero, la ministra mette in correlazione questi due elementi, sostenendo che il miglioramento dei dati sull’occupazione sia legato alla fine del sostegno a favore delle famiglie più in difficoltà.
Tralasciando il completo fallimento del Supporto formazione e lavoro, che si è dimostrato completamente inadeguato per trovare agli ex beneficiari del Reddito offerte di lavoro, a smentire Calderone ci sono i dati. In particolare quelli dell’Istat sull’occupazione che mostrano che non c’è stato alcun effetto sul mondo del lavoro con la fine del Reddito di cittadinanza. Entriamo nel dettaglio.
Cosa ha detto Calderone su occupazione e Reddito di cittadinanza
Calderone risponde a una domanda del Messaggero su quanto abbia inciso sul trend positivo dell’occupazione la fine del Reddito di cittadinanza. La ministra replica: “Posso dire che ha inciso molto il peso dei sussidi a pioggia privi di una strategia di politiche attive per il lavoro. Il Reddito di cittadinanza si è dimostrato fallimentare ai fini della nuova occupazione e dell’uscita dalla povertà” (ndr. anche sulla povertà i dati dicono il contrario).
Per la ministra “i sussidi, o aiuti, senza stretta correlazione con misure efficaci di accompagnamento al lavoro non producono stimoli alla ricerca di nuovo lavoro. Questo ci dice l’esperienza del Rdc. Al contrario, l’introduzione di due misure, l’Adi (Assegno di inclusione) e l’Sfl (Supporto per la formazione e il lavoro), ha creato le condizioni per sbloccare o invertire questo trend”. Ma è davvero andata così?
Perché le affermazioni della ministra sono false
Innanzitutto, una premessa: il Reddito di cittadinanza è stato smantellato dal governo Meloni in due diversi momenti. A metà 2023 è stato cancellato per gli occupabili (ultimo assegno ricevuto a luglio), con l’arrivo dal primo settembre del Supporto formazione e lavoro. Dal primo gennaio 2024 è stato poi definitivamente cancellato e sostituito dall’Assegno di inclusione.
Ora, vediamo cosa dicono i dati sull’occupazione e se le affermazioni di Calderone trovano corrispondenza nelle cifre. Per farlo prendiamo in considerazione le serie storiche pubblicate dall’Istat sull’occupazione. L’occupazione è in costante accelerazione in Italia dall’inizio del 2021, dopo il rallentamento legato al Covid.
Partiamo proprio dal 2021: a gennaio il tasso di occupazione era al 56,8% ed è poi cresciuto quasi in tutti i mesi e spesso a ritmi sostenuti. A dicembre ha raggiunto il 59,3%, con una crescita nel 2021 di 2,5 punti percentuali. Il trend positivo è proseguito, seppur con un inevitabile rallentamento con il ritorno alla normalità post-Covid, nel 2022: dal 59,4% di gennaio 2022 la crescita è stata (con poche eccezioni) costante fino al 60,7% di dicembre. In un anno parliamo di 1,3 punti in più.
Arriviamo così al 2023. A gennaio il dato di partenza era il 61% e fino a giugno l’aumento è stato sostanzialmente costante fino al 61,5%. A luglio e agosto il dato è rimasto stabile (come avveniva spesso anche negli anni precedenti) e la crescita è ritornata nei messi successivi ma senza grandi variazioni. Infine, a dicembre il tasso si è attestato al 62%.
Quindi nel 2023, anno di smantellamento del Reddito di cittadinanza, il tasso di crescita dell’occupazione è stato minore, con un punto percentuale in più (meno di 2021 e 2022). E, nel secondo semestre, ovvero quando il Reddito è stato cancellato per gli occupabili, la crescita è stata dello 0,5%. Ovvero la stessa percentuale dei primi sei mesi dell’anno, quando il Reddito era ancora in vigore. Insomma, non c’è stato nessun effetto – al contrario di ciò che dice Calderone – considerando che la percentuale è esattamente identica.
Arriviamo così ai primi mesi del 2024. A gennaio il tasso di occupazione era al 61,8% (quindi persino in calo), salendo leggermente a febbraio (61,9%) e a marzo (62,1%). Quindi rispetto a dicembre parliamo solo dello 0,1% in più. Anche la cancellazione definitiva del Reddito di cittadinanza non ha avuto alcun effetto, quindi, se consideriamo che la crescita del tasso di occupazione è nettamente rallentata.
In conclusione, i dati smentiscono a pieno Calderone. Il tasso di occupazione sale costantemente dal post-Covid ma senza alcun effetto del Reddito di cittadinanza. Anzi, da quando è stato cancellato il ritmo di crescita è addirittura diminuito. L’esatto contrario di ciò che sostiene la ministra.