“Meno armi e più diritti, il nemico è la guerra nella partita della pace”: l’intervista a Carolina Morace (M5S)

Dai diritti alla pace: parla la candidata alle europee del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Centro, Carolina Morace.

“Meno armi e più diritti, il nemico è la guerra nella partita della pace”: l’intervista a Carolina Morace (M5S)

Carolina Morace, lei è candidata come capolista del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Centro alle elezioni europee. Perché ha deciso di entrare in politica proprio candidandosi in Ue e non in Italia?
“La vita mi ha dato tante soddisfazioni fuori e dentro dai campi di calcio, adesso è arrivato il momento di mettermi al servizio degli altri. Mi candido alle elezioni europee perché per lavoro ho vissuto spesso all’estero e questo mi ha portato a conoscere culture diverse e Paesi diversi dal mio. Questo confronto mi ha arricchito e mi ha insegnato anche cosa manca all’Italia per essere ancora più centrale e forte in Europa e nel mondo”.

Ci fa un esempio?
“Faccio qualche esempio riprendendo lo slogan della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle per le europee: l’Italia che conta. Io penso che l’Italia che conta è quella che approva il Codice rosso e tutela tutti coloro che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. Da calciatrice facevo squadra con le mie compagne, adesso sono pronta a fare squadra con la comunità del Movimento 5 Stelle per difendere i valori della pace, della giustizia sociale e dei diritti”.

Quale sarà la sua prima battaglia al Parlamento europeo in caso di elezione?
“Sicuramente la pace. Senza pace non può esserci benessere economico e sociale e non possono esserci diritti e libertà. La guerra in Ucraina e il conflitto mediorientale minacciano la nostra società e noi cittadini siamo molto preoccupati. Come ha ricordato il Presidente Giuseppe Conte gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle saranno costruttori di pace e si impegneranno a dialogare con tutti i gruppi parlamentari e la futura Commissione per cambiare strategia. Non è con le armi che si raggiunge la pace, questo lo capisce anche un bambino delle scuole elementari, perché non lo capiscono i leader che ci governano? Che interessi proteggono?”

Sicuramente tra i temi prioritari per lei ci saranno quelli dei diritti civili e sociali: sta pensando anche a iniziative comunitarie che possano garantire in tutti gli Stati membri il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso?
“Il diritto di famiglia è purtroppo di competenza degli Stati membri. Se non cambiamo i Trattati su questo abbiamo le mani legate, tuttavia possiamo lavorare su altri strumenti europei. Esiste per esempio una direttiva sul principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o l’orientamento sessuale che va approvata quanto prima e poi mi permetta…”

Dica
“La Commissione europea nel 2022 ha presentato un regolamento che prevede l’armonizzazione delle norme di diritto internazionale sulla genitorialità. Questa proposta prevede che se si è genitori in uno Stato membro si è genitori in tutta Europa il che comporta il riconoscimento dei figli delle famiglie omogenitoriali. Questo regolamento è bloccato in Consiglio ed è semplicemente vergognoso. Andremo in Ue anche per mettere fiato sul collo di quei politici che rinnegano i diritti dei cittadini”.

Crede che l’Ue sui diritti civili stia facendo abbastanza o è ancora molto indietro rispetto, per esempio, a nazioni come l’Australia?
“Mia moglie è australiana e per me che ho vissuto lì è facile fare dei paragoni. La mia impressione è che in Ue ci sono Paesi dove si sono fatti passi da gigante, penso all’Olanda o al Belgio, altri invece che scontano retaggi del passato come l’Ungheria o la Bulgaria. L’Italia sta in mezzo. Abbiamo fatto un piccolo passo avanti con le unioni civili, ma siamo ancora lontani dal considerare coppie etero e non uguali dal punto di vista legale”.

Porterà in Ue anche il tema dello sport? Crede che in Europa ci sia poca attenzione politica nei confronti del mondo dello sport e si debba fare qualcosa in più?
“Lo sport è un elemento di aggregazione sociale, che porta con sé valori importanti per la crescita dei ragazzi come il rispetto, la lealtà, la competizione, l’impegno, ma anche la disciplina. Oggi i nostri ragazzi sono sempre più collegati in rete e chinati davanti a uno schermo, conoscono TikTok e non le regole del tennis o del volley. Questo comporta dei rischi per lo sviluppo della nostra società. Lotteremo per un’Ue che investa meno nelle armi e più nelle strutture sportive”.

La sua candidatura, da donna che si batte per i diritti così come si è battuta per i diritti delle calciatrici, è anche un messaggio a Meloni, prima premier donna in Italia ma spesso poco attenta proprio alle donne?
“Senza alcuna polemica mi sorprende la candidatura delle donne al Parlamento europeo pur sapendo che non ci andranno mai. Le donne sono dirette e sincere ma così gli elettori si ritroveranno a Bruxelles rappresentanti che non hanno mai votato. Proprio perché abbiamo pochi spazi a disposizione in questa società, noi donne dobbiamo essere ancor più rigorose e dimostrare di essere diverse. Solo così riusciremo a conquistarci una parità reale che fatica ad arrivare”.

Lei fa parte della comunità del Movimento 5 Stelle da più di un anno: perché si è avvicinata al Movimento e quale crede che sia il suo futuro: ritiene essenziale una convergenza con altre forze progressiste come il Pd?
“Mi sono avvicinata al Movimento 5 Stelle perché per il Movimento la persona è al centro. È inoltre autenticamente progressista, lotta per gli ultimi e per allargare i diritti dei cittadini. Per quanto riguarda il Pd adesso ognuno andrà alle elezioni europee con le proprie forze, le proprie idee, i propri candidati, poi si vedrà come costruire un dialogo per battere questa destra che sta facendo tornare indietro il Paese di 20 anni”.