Mentre l’Inps pagava 126mila euro per oltre 20mila ore di cassa integrazione Covid ai 13 dipendenti. della Visibilia, questi avrebbero “continuato a svolgere le proprie mansioni secondo i contratti in corso” e in “smart working per conto delle società”. Una verità conosciuta sia dal ministro Daniela Santanché, sia dal suo compagno Dimitri Kunz, sia dallo stretto collaboratore dei due, Paolo Giuseppe Concordia.
È il fulcro delle accuse mosse dalla Procura di Milano che venerdì ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e tre e per le società Visibilia editore e Visibilia Concessionaria, imputate per gli illeciti amministrativi, “l’ingiusto profitto” e la “percezione indebita” della cig in deroga prevista dai decreti Cura Italia, Rilancio, Ristori e altri provvedimenti d’emergenza varati durante la pandemia. Per tutti è stato chiesto il processo che ora dovrà essere vagliato dal gip.
La richiesta di rinvio a giudizio arriva dopo la chiusura delle indagini per questa tranche della “galassia Visibilia”, datata 22 marzo. Per l’aggiunto Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi non solo in quel periodo, dal “31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022”, ad amministrare Visibilia Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano Santanchè e Kunz, ma entrambi, assieme a Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto “indebitamente”, per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia Covid.
Santanché & Soci hanno percepito 126mila euro dall’Inps
Gli inquirenti hanno raccolto a verbale le parole dei lavoratori, i quali avrebbero confermato che la ministra sapeva: sarebbe stata a conoscenza del fatto che loro stavano continuando a lavorare, mentre l’istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore, “direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società”.
In particolare, come si legge negli atti delle indagini, oltre 36mila euro “a vantaggio della Visibilia Editore”, per sette dipendenti, e quasi 90mila euro a favore della Concessionaria per sei lavoratori. A Santanchè, così come agli altri due, viene contestato di aver “dichiarato falsamente” che quei dipendenti fossero in cassa “a zero ore”, quando invece svolgevano le “proprie mansioni” in “smart working”, come Federica Bottiglione, l’ex manager che con la sua denuncia ha fatto scattare le indagini.
Nel mirino dei pm pure le integrazioni che sarebbero state date per compensare le minori entrate della Cig rispetto a quelle dello stipendio: una “differenza”, scrivono i pm, che sarebbe stata corrisposta con “finti rimborsi per ‘note spese’“. L’unico a farsi interrogare dopo la chiusura indagini è stato Concordia.
Per la ministra in arrivo un’altra richiesta di processo
Sulla ministra del Turismo pende anche un’altra chiusura di indagini preliminari. Si tratta dell’inchiesta per falso in bilancio chiusa il 12 aprile scorso, che vede indagati oltre a Santanchè, anche altre 16 persone e tre aziende, con l’accusa di aver manipolato i bilanci del gruppo Visibilia per coprire perdite milionarie dal 2016 in poi. Per questa tranches la richiesta di rinvio a giudizio dovrebbe arrivare entro fine maggio.
Tutte le opposizioni chiedono le dimissioni della ministra Santanché. La premier tace
Dalle opposizioni sono arrivate immediatamente le richieste di dimissioni del ministro e le battute sprezzanti per una situazione divenuta ormai insostenibile per il premier Giorgia Meloni (rimasta in silenzio). “Peccato che le liste europee siano ormai chiuse. Ora che per la Ministra Santanchè è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per truffa sui fondi Covid che servivano a imprese e lavoratori, Meloni non farà più in tempo a farla dimettere e a candidarla per le Europee in compagnia di Sgarbi”, ha scritto su X il presidente del M5s, Giuseppe Conte.
Per la segretaria Pd Elly Schlein “Fratelli d’Italia è quel partito che esprime una ministra con una richiesta di rinvio a giudizio per truffa all’Inps sui fondi Covid, e contemporaneamente candida un no-vax appena sotto Giorgia Meloni. Ci aspettiamo che la Presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanchè”,
“L’unica reazione accettabile in questa situazione è la seguente: dimissioni. La permanenza di Santanché nel suo ruolo sarebbe uno schiaffo agli italiani e alla trasparenza che ogni governo dovrebbe garantire. Giorgia Meloni non può rimanere in silenzio o rinviare questa decisione, poiché è in gioco la credibilità della sua maggioranza”, le parole del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.