La principale minaccia per la libertà di stampa in Europa? I politici. Nel report World Press Freedom Index 2024 pubblicato oggi da Reporters Sans Frontières (Rsf) un terzo degli stati membri dell’Unione europea sono definiti “problematici” e anche gli stati “buoni” o “soddisfacenti” vedono calare sensibilmente il proprio punteggio.
Nel report World Press Freedom Index 2024 sulla libertà di stampa l’Italia di Meloni scivola al 46° posto
Il rapporto, che ha esaminato la libertà dei media e i diritti giornalistici in tutto il mondo, ha rilevato che in Europa, “i politici stanno cercando di ridurre lo spazio per il giornalismo indipendente”. Tra i leader che già comprimono la libertà di stampa vengono citati “il primo ministro filo-Cremlino ungherese Viktor Orban e il suo omologo in Slovacchia, Robert Fico“, così come “i partiti di governo in Ungheria (67°), Malta (73°) e Grecia (88°), i tre paesi peggio classificati dell’UE”.
La Grecia ha conquistato l’ultimo posto nell’Unione europea per il terzo anno consecutivo a causa di diversi fattori, tra cui gli omicidi irrisolti di due giornalisti, Sokratis Giolias e Giorgos Karaivaz, nonché scandali di spyware e attacchi politici ai media non allineati al governo. Anche l’Italia, governata da Giorgia Meloni, si distingue in negativo, scendendo di cinque posti al 46° posto. Tra le criticità segnalate del nostro Paese c’è “un membro della coalizione parlamentare al potere” che “cercava di acquisire la seconda più grande agenzia di stampa (AGI)”.
Sotto accusa anche il caso Agi
Una situazione che quindi inevitabilmente peggiorerà visto che la vendita di Agi al Gruppo Angelucci viene data ormai per certa e sarà comunicata nei prossimi mesi estivi, quando saranno passate le elezioni europee e quando il clima vacanziero favorirà la distrazione. Il report ammonisce anche la Francia e il Regno Unito, chiedendo “attenzione” sull’arresto della giornalista francese Ariana Lavrilleux da parte delle autorità francesi e sulla continua detenzione di Julian Assange da parte delle autorità britanniche.
Rsf nel report sottolinea anche la mancanza di protezione per i giornalisti impegnati a Gaza
Con l’avvicinarsi delle elezioni europee RSF come “gli Stati e altre forze politiche stanno abbandonando il proprio ruolo nella protezione della libertà di stampa. “Questa disattenzione a volte va di pari passo con azioni più ostili che minano il ruolo dei giornalisti o addirittura strumentalizzano i media attraverso campagne di attacchi o disinformazione”, ha spiegato Anne Bocande, direttore editoriale di Rsf. Rsf ha anche sottolineato la mancanza di protezione per i giornalisti nella guerra a Gaza, notando più di 100 giornalisti palestinesi uccisi dalle Forze di Difesa israeliane.
Una manciata di paesi ha registrato invece un miglioramento, tra cui la Polonia, che ha aumentato dieci posti al 47° posto e la Bulgaria, che è aumentato di 12 posti al 59° posto. Questo, secondo il rapporto, “grazie a nuovi governi con maggiore preoccupazione per il diritto all’informazione”. Per quanto riguarda gli aspiranti dell’UE, l’Albania – fedele alleata di Giorgia Meloni – è scesa al 99° posto, un calo di tre posizioni e 3,76 punti, principalmente a causa dell’omicidio di una guardia di sicurezza della stazione televisiva, Pal Kola, nel marzo 2023, che è ancora irrisolto. Mentre “in Serbia, il partito di governo e gli sbocchi filogovernativi hanno intensificato gli attacchi al giornalismo indipendente. Nel contesto delle tensioni con la Serbia, i giornalisti in Kosovo hanno subito numerose aggressioni fisiche”, scrive il rapporto.
Per la direttrice di Rsf, Anja Osterhaus “il crescente livello di violenza contro i professionisti dei media che riferiscono sulle elezioni si sta sviluppando spaventosamente. Gli autocrati, i gruppi di interesse e i nemici della democrazia vogliono impedire con tutti i mezzi la cronaca indipendente. I governi democratici devono fare di più per proteggere i professionisti dei media”.