Mi pare che il concertone del 1° Maggio sia stato un mezzo fallimento. Non c’era la folla degli altri anni. Purtroppo anche la festa del lavoro ormai è un mito in decadenza.
Angela Milani
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Gentile lettrice, la sua reazione è stata anche la mia per un decimo di secondo. Poi mi è suonata la campanella che rivela le verità impossibili da dimostrare ma fortemente probabilistiche. Mi sono detto, cioè, che la scarsa affluenza del pubblico – pioggia a parte – potrebbe essere con ogni verosimiglianza il risultato di un preciso calcolo: abbassare il livello di notorietà degli artisti per ridurre l’affluenza del pubblico. Guardi, mi è capitata sottomano la composizione del concertone del 1° maggio 1992. Sa chi c’era sul palco? Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Ligabue, Roberto Murolo, Pino Daniele, Fiorella Mannoia, Avion Travel, Ivano Fossati, Franco Battiato in collegamento dal Teatro dell’Opera e due ospiti internazionali: B.B. King e Chick Corea. Ora paragoni quella lista al parterre dell’altro giorno: Cor Veleno, Coez e Frah Quintale, Rose Villain, La Rappresentante di Lista, Negramaro, Geolier, Alda, Achille Lauro, Colapesce e Dimartino, Tananai, Mahmood, Ariete, Paolo Jannacci… Devo proseguire? Penso che basti per capire. È noto che i nuovi padroni del vapore perseguono il risibile piano meloniano della conquista dell’egemonia culturale, finora tradottasi nella débacle buffonesca costellata di vari disastri in Rai. Il piano, ovviamente, include la demolizione delle residue postazioni del nemico, tra le quali appunto il concertone del 1° Maggio, che come direbbe la Meloni “è robba de sinistra”.
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