In un quadro di notizie moderatamente positive, anche stavolta non manca un netto richiamo dell’Ocse nei confronti dell’Italia. L’ultimo Economic Outlook dell’organismo con sede a Parigi chiede di riportare il rapporto tra debito e Pil su un percorso prudente attraverso aggiustamenti fiscali, riforme strutturali, un contrasto deciso all’evasione fiscale, nuove limitazioni alla spesa sulle pensioni e anche un’ambiziosa “revisione della spesa”. Ovvero nuovi tagli. E l’ancora di salvezza, per rafforzare la crescita, può essere la piena attuazione del Pnrr.
Il rapporto dell’Ocse sottolinea le criticità della situazione italiana in un quadro globale di cauto ottimismo, nonostante una crescita modesta e i rischi geopolitici internazionali. Ma l’inflazione scende più del previsto, il mercato del lavoro è forte, la disoccupazione è ai minimi e si registrano segnali generali di miglioramento. Anche se la crescita globale nel 2024 è stabile rispetto allo scorso anno al 3,1% e nel 2025 dovrebbe salire solamente al 3,2%.
I dati Ocse sull’Italia
Per l’Italia l’Ocse evidenzia un quarto trimestre del 2023 con una crescita dello 0,2%, legata soprattutto agli investimenti nel settore edilizio prima del ridimensionamento del Superbonus. E proprio lo stop al Superbonus rischia di portare “una contrazione degli investimenti immobiliari superiore al previsto”. Per quest’anno il Pil è confermato al +0,7% per poi salire al +1,2% nel 2025. La disoccupazione continuerà a scendere e l’inflazione resterà su livelli bassi.
Ma le buone notizie per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sono finite. Il rapporto debito/Pil nel 2024 si attesterà al 139,1% contro il 137,1% del 2021. Poi salirà di nuovo al 140% nel 2024. Il deficit sarà al 4,4% nel 2024 e al 3,8% nel 2025. Dati che fanno emergere un elevato debito pubblico con pressioni sulla spesa derivanti da esigenze di investimento e dai costi legati all’invecchiamento della popolazione, come sottolinea l’Ocse.
Cosa dovrà fare l’Italia
L’organismo suggerisce all’Italia come intervenire, innanzitutto con un aggiustamento fiscale ampio e duraturo, spalmato su più anni. Necessario per riportare il rapporto debito/Pil su un percorso prudente e rispettare le nuove regole fiscali Ue. Per “diversi anni”, si legge nel rapporto, sarà necessario “un consistente aggiustamento dei conti pubblici”, anche per “allinearsi alle nuove regole” europee.
In che modo? Servono, spiega ancora l’Ocse, azioni decise per contrastare l’evasione fiscale, ma anche per evitare la crescita della spesa per le pensioni. E, ultimo ma non ultimo, rischia di essere necessaria una revisione della spesa. Che, concretamente, vuol dire nuovi tagli.