Gli Usa non sono uno stinco di santo, però in Ucraina c’è un aggressore e un aggredito, questo è innegabile.
Ulderico Sani
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Gentile lettore, la sua lettura, mi scusi, è superficiale. Anche la propaganda più ostinata ha quasi abbandonato tale argomento. Gli Usa, riferendosi all’Ucraina, aggiungono sempre alla parola “aggressione” l’aggettivo “unprovoked” (non provocata), perché sanno che le guerre non sono colpa di chi spara per primo ma di chi le provoca, e loro se ne intendono. Per il resto, basta osservare. Ho visto la Nato inglobare 18 paesi esteuropei a ridosso della Russia. Ho visto la Nato aprire 6 basi navali nel Baltico e 22 basi terrestri coi missili puntati sulla Russia. Ho visto Putin chiedere nel 2021 un vertice con la Nato al fine per elaborare accordi sulla sicurezza reciproca, vertice negato dagli Usa. Ho visto Mosca chiedere che l’Ucraina non aderisse alla Nato, essendo quella la sua ultima frontiera europea non militarizzata, e ho visto gli Usa rispondere con arroganza (lettera di Blinken a Lavrov): “Sappiamo cosa fare della Nato e non sentiamo il bisogno di consultare Mosca”. Ho visto Francia e Germania firmare il Minsk 2 “solo per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riarmarsi” (Angela Merkel, parole poi confermate da Hollande). Ho visto Stoltenberg dire che “dal 2015 la Nato addestra in segreto l’esercito ucraino e gli fornisce le armi più moderne”. Ho visto tutto questo e ho capito che la storia dell’aggressore e dell’aggredito era una favoletta. Ripeto, la guerra è colpa di chi la provoca, non di chi spara per primo. E chi l’abbia provocata, mi pare molto chiaro.
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